Un appello ai clienti del distretto a non disperdere gli ordini e continuare a sostenere il sistema Prato. Una delle tante conseguenze dell'alluvione del 2 novembre, infatti, è anche quella di poter perdere una fetta di mercato. “Se il fermo delle nostre aziende dovesse prolungarsi – ha spiegati Stefano Vivai vicepresidente Cna Centro in Commissione 2 – i players potrebbero decidere di affidare gli ordini ad altre aziende italiane o, peggio, straniere spuntando un prezzo migliore. Per questo c'è bisogno che pubblico e privato, insieme, facciano pressione sui grandi marchi affinchè adottino un atteggiamento di solidarietà verso la catena di subfornitura distrettuale”.
Del resto, secondo i dati portati in commissione da Cna e Confartigianato, il 40% delle imprese ha danni tali da non permettere in tempi brevi un ripartenza mentree per il 43% la produzione è parzialmente compromessa. “Si tratta di uno shock asimmetrico che ha colpito il nostro distretto e lo ha fatto a macchia di leopardo – ha spiegato Davide Majone direttore di Confartigianato Imprese Prato – articoli come quello di Vogue in cui si parla di 9/12 settimane prima delle ripartenza non aiutano. E' anche vero però, che negli ultimi temi molte produzione erano rientrare nel territorio accorciando la filiera attraverso la prossimità. Un sistema che ora è in difficoltà, nonostante secondo i dati raccolti, meno del 10% delle nostre aziende è intenzionato a chiedere la cassa integrazione. Credo che sia una scelta emozionale, dovuta alla voglia di ripartire, per questo è necessario comunque attivare quella unica”.
La scorsa settimana, in piena emergenza, poche sono state le richieste di cassa integrazione, ora secondo la Cisl sono in aumento. “Serve un intervento rapido e fatto bene – spiega il segretario Femca Prato Pistoia Mirko Zacchei – il sistema produttivo dava già segni di rallentamento per cui c'è bisogno di sostegni, credo che la prova del nove arrivi fra dicembre e gennaio”. Effettivamente le richieste di cassa integrazione di industria e artigianato erano in aumento da prima dell'estate per fare fronte a un forte calo degli ordini. “Le aziende – spiega Juri Meneghetti segretario Filctem Cgil – devono però tenere conto dei dipendenti che non possono andare a lavorare perchè non hanno più un mezzo o hanno la casa alluvionata. Per loro vanno attivati ammortizzatori sociali”.
Altro tema affrontato in commissione è quello delle scadenze amministrative e tributarie per cui le associazioni chiedono la sospensione. Ormai è una lotta contro il tempo: la prima è prevista per domani. A preoccupare anche la questione assicurazioni (secondo Cna meno del 10% delle imprese aveva una polizza ad hoc) e quella dei mutui. “L'ordinanza del commissario straordinario Giani – spiegano Viviani e Majone – tiene conto solo degli immobili inagibili ed è una limitazione: dovrebbe avere un'estensione maggiore”.
Intanto si aspettano i contributi destinati alla provincia di Prato, e anche questo è fonte di altra preoccupazione. “La liquidità delle imprese – ha sottolineato Majone – deve essere utilizzata esclusivamente per la ripartenza, perchè non sappiamo come e quando arriveranno i ristori. Per questo è fondamentale sospendere tutti gli adempimenti fiscali”. A complicare ulteriormente la situazione sono anche i tempi delle consegne per chi ha potuto riordinare i macchinari nuovi: per certe produzioni si parla come data più vicino maggio.
E a proposito di gestione delle risorse, l'assessore alle attività produttive Benedetta Squittieri ripropone l'utilizzo del metodo adottato per i 10milioni destinati al distretto. “Il tavolo delle concertazione fra le parti ha funzionato. Il primo bando ha avuto un enorme successo perchè pensato sulle esigenze delle imprese. La stessa metodologia può essere applicata anche per i ristori. Stiamo pensando anche di chiedere uno spostamento di una parte dei 10milioni per aiutare la ripartenza, ma il secondo bando è già stato pubblicato e il Mef è molto rigido e quindi abbiamo poche speranze”.
Dopo lo stop della produzione la paura che gli ordini vengano spostati in altri distretti
L'allarme di Stefano Vivai (Cna): "Bisogna fare pressione sui players perché adottino un atteggiamento di solidarietà verso la catena di subfornitura distrettuale". A preoccupare le associazioni degli artigiani anche la questione mutui, assicurazioni e adempimenti fiscali e tributari. Squittieri propone il modello Prato per la gestione delle risorse
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