Prato è la seconda provincia italiana con la previsione di minor calo demografico da oggi al 2035. A dirlo sono le elaborazioni dell’Ufficio Studi Cgia su dati Istat, secondo el quali la provincia pratese vedrà una riduzione contenuta dell’1,1% (pari a meno 1.902 abitanti nella fascia di età 15-64 anni), un dato in netta controtendenza rispetto a molte altre aree, in particolare del Sud, dove si registrano flessioni fino al -17%. Solo Parma fa meglio di Prato. Secondo questo studio l’Italia si prepara a perdere quasi 3 milioni di persone in età lavorativa entro il 2035 – una contrazione del 7,8% rispetto al 2025.
Ad analizzare il dato è il presidente di Confartigianato Imprese Prato Luca Giusti: . “Essere in fondo alla classifica del calo è motivo di attenzione, non di autocompiacimento – avverte Giusti –. In un Paese che invecchia e fatica a trattenere e attrarre giovani, nessun territorio può considerarsi al sicuro. È proprio adesso che dobbiamo accelerare su politiche lungimiranti”.
Ed è proprio in questa direzione che si inserisce il manifesto che lo scorso 15 aprile, in occasione dei 75 anni dell’associazione, Futura, l’artigiana-simbolo del futuro, ha consegnato alla Giunta con le politiche da seguire per il territorio del 2050.
“Il dato demografico è uno specchio della sostenibilità di un sistema – prosegue Giusti – E sostenibilità, per noi, significa prima di tutto creare le condizioni affinché le persone possano vivere e lavorare qui: politiche per la famiglia, sostegno all’autoimprenditorialità per mantenere alta l’offerta di lavoro sul territorio, e strumenti efficaci di conciliazione tra vita e lavoro che aiutino imprenditori, imprenditrici e collaboratori, a tenere insieme la dimensione professionale e quella umana. Solo così Prato potrà continuare a essere attrattiva, vitale e generativa”.
Il calo della popolazione in età lavorativa – tra i 15 e i 64 anni – è una delle principali sfide per il sistema produttivo nazionale. Nei prossimi dieci anni tutte le province italiane registreranno un segno negativo. “La crisi demografica, però, non è solo un fatto numerico – conclude Giusti -: è un tema di coesione, di crescita, di visione. Il modello pratese, rafforzato da una visione come quella proposta da Futura, può diventare un punto di riferimento per tutto il Paese, ma richiede impegno continuo, investimenti coraggiosi e una responsabilità condivisa tra istituzioni, imprese e comunità”.
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