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Nuovi preoccupanti segnali di crisi per il distretto pratese, che ogni giorno vede illuminarsi nuovi campanelli di allarme. L’ultimo, in ordine di tempo, è la richiesta di amministrazione controllata avanzata da Itierre.Che Ittierre e It Holding avessero problemi era noto; però la notizia della richiesta di amministrazione controllata per Ittierre è arrivata relativamente inattesa ed è piombata come un ulteriore macigno sulle imprese tessili pratesi impegnate a Parigi in Première Vision e reduci da Milano Unica e da Munich Fabric Start. “Difficile quantificare anche solo gli effetti diretti della vicenda Ittierre sulle imprese pratesi – commenta il presidente dell’Unione Industriale Pratese Riccardo Marini -. Fra filati e tessuti, sono stimabili in una sessantina i principali fornitori dell’impresa che hanno sede nel distretto di Prato: aziende che oggi guardano con apprensione ai loro crediti e comunque alla possibilità di conservare un cliente di rilievo così significativo. Questo evento è un ulteriore drammatico campanello di allarme per il nostro settore e ci manda un messaggio molto chiaro: è l’intera filiera ad essere a rischio, e tutti i segmenti sono così strettamente legati l’uno all’altro che non ha senso concentrare le attenzioni sull’uno o l’altro di essi. Cadute a monte producono un effetto domino che si fa sentire fin sull’ultimo subfornitore: di questo dobbiamo essere tutti fortemente consapevoli. Mi appello sia al Governo nazionale che alla Regione Toscana: da entrambi ci aspettiamo la sensibilità e l’impegno richiesti da questo frangente eccezionale. Siamo in una situazione di emergenza, e si impongono misure emergenziali.” L’appello di Marini fa seguito alla recente comunicazione inviata a Governo e Regione dal tavolo di distretto coordinato dalla Provincia. Nel documento si richiedono interventi d’urgenza soprattutto per gli ammortizzatori sociali e si forniscono i dati risultanti dalla Camera di Commercio sull’andamento del settore tessile a Prato: 1.867 le aziende perse dal 2000 al 2008, per un totale di -8.841 addetti; 1.129 i licenziamenti nel 2008; intenso il ricorso agli ammortizzatori sociali: sempre nel 2008, 607 lavoratori hanno fruito della Cassa Integrazione Guadagni e 3.517 della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria in deroga (attivata nel periodo compreso tra gennaio e luglio); 1.931 i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità.
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