La crisi che ha colpito il sistema moda, e quindi anche il distretto tessile pratese, non molla. Le aziende sono in affanno: gli ordini non arrivano, le ore di cassa integrazione a disposizione sono agli sgoccioli, i magazzini restano pieni e nel periodo in cui generalmente la filiera girava a ritmo pieno molti impianti sono rimasti fermi o hanno lavorato a scartamento ridotto. Una crisi che preoccupa sindacati, associazioni di categoria e anche il comune di Prato che ha convocato per oggi, 9 settembre, un tavolo per monitorare e analizzare la situazione in previsione del 18 settembre quando l’assessore regionale Alessandra Nardini sarà ricevuta al Ministero del Lavoro per presentare le richieste di aiuto da parte delle imprese toscane. Un documento condiviso, quello firmato da tutti gli attori del distretto pratese, che ha al centro il finanziamento di nuove ore di cassa integrazione. Lo chiedono gli artigiani, lo chiedono gli industriali e anche i sindacati, tutti concordi nell’affermare che questa crisi non ha niente a che fare con le tante vissute dal distretto:è più profonda e aggressiva.
“La cassa integrazione che le aziende hanno richiesto quest’anno – spiega Marcello Gozzi direttore di Confindustria Toscana Nord – è esplosa rispetto a quella dello scorso anno. Chiediamo quindi che l’Inps anticipi gli ammortizzatori sociali, ma anche la moratoria per la restituzione del credito legato al Covid, operazioni che aiutano le imprese ad avere maggiore liquidità. Il modello da usare è proprio quello immaginato durante la pandemia”.
Anche da Confartigianato le richieste sono simili, la cassa integrazione viene però pagata da Ebna. “ Condividiamo l’importanza di un documento congiunto che porti la firma di tutti gli attori del distretto – ha spiegato Moreno Vignolini presidente nazionale Federazione Moda, ma intanto ci stiamo muovendo anche in autonomia incontrando il presidente di Ebret per affrontare il problema della cassa integrazione. Intanto il 12 settembre saremo ricevuti dal capo di gabinetto del ministro Urso per presentare le nostre richieste di moratoria per gli F24 e per definire meglio le risorse che devono essere messe a disposizione in modo da non avere finanziamenti a pioggia, ma interventi specifici e mirati attraverso soluzioni fattibili”.
Preoccupazione anche da parte dei sindacati: “ La nostra richiesta è quella di mantenere gli ammortizzatori sociali- spiega Juri Meneghetti segretario Filctem Prato Pistoia con l’azzeramento del monte ore, se la cassa integrazione finisse allora moltissimi posti di lavoro sarebbero a rischio”.
Non solo preoccupazioni e richieste di interventi per superare la crisi, ma anche finanziamenti per lo sviluppo del distretto: “Nell’incontro di oggi – ha spiegato l’assessore alle attività produttive Benedetta Squittieri – abbiamo anche affrontato la questione da un altro punto di vista: quello dello sviluppo del distretto. Da qui la nostra richiesta che i 10milioni ottenuti dal Governo Draghi e quasi completamente assegnati, possono diventare strutturali. Le nostre imprese e il distretto in generale hanno bisogno di essere sostenuti nell’efficientamento energetico, nelle certificazioni ambientali e nell’innovazione tecnologica”.