Anche il consueto report trimestrale redatto dal Pin e pubblicato sul sito del Comune di Prato, evidenzia che la crisi del distretto perdura e continua a mordere con pesanti ripercussioni sulle dinamiche del mercato del lavoro. Infatti, da aprile a luglio di quest’anno la cassa integrazione ha registrato una crescita del 305% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il saldo fra avviamenti e cessazioni dei contratti di lavoro, pur restando positivo, è diminuito del 28,2%.
Cassa integrazione: Nel mese di luglio le ore autorizzate sono state 176.622 (38.063 nel 2023) a giugno 143.718 (l’anno precedente erano 61.877) e a maggio rispettivamente 130.474 (2024) e 34.348 (2023). La cassa integrazione straordinaria ha registrato 99.840 ore ad aprile e 18.704 a luglio. Nel 2024 (primo semestre), crescono anche le ore legate ai fondi di solidarietà (+61,3% rispetto allo stesso periodo del 2023), raggiungendo quota pari a 35.579 ore, con un picco nei primi due mesi dell’anno.
Occupazione: Nei primi 6 mesi del 2024 gli avviamenti sono aumentati del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 crescono però anche le cessazioni del 6,7%. Le trasformazioni contrattuali da tempo determinato a indeterminato hanno evidenziato una contrazione del – 11,4% (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) passando da 1.948 a 1.725. L’andamento dei saldi occupazionali diminuisce in maniera progressiva nel primo semestre del 2024, passando da +1.425 unità di gennaio a +773 di maggio. Nel mese di giugno i saldi diventano pesantemente negativi (-2.835 unità di saldo). Il dato è fortemente influenzato dalla stagionalità scolastica che vede l’interruzione del rapporto di lavoro del personale precario docente e non docente. Tuttavia, a fine giugno, anche al netto delle dinamiche del comparto scuola, i saldi del mese rimangono negativi (-949 unità).
Nel secondo trimestre dell’anno il numero delle imprese attive della Provincia sono cresciute dello 0,23% (29.218 imprese attive). Crescono le imprese edili e quelle dei servizi. Le aziende manifatturiere, nel loro complesso, rimangono stabili, ma calano le aziende tessili (-1,23%), mentre rimane invariato il numero delle imprese meccaniche. In crescita (+0,5%) le imprese di abbigliamento.
Infine, secondo gli ultimi dati Istat l’export provinciale, nel secondo trimestre 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è diminuito del 12,5% nel comparto tessile, mentre, nell’abbigliamento, è cresciuto del 5,1%.
alessandra agrati