Crescono gli espositori pratesi alla 96esima edizione di Pitti Filati dedicata alla primavera-estate 2026, che si svolgerà alla Fortezza da Basso da domani 28 al 30 gennaio. Sono 29 le filature (cui si aggiungono altre imprese di settori collaterali e di servizio) contro le 28 di gennaio 2024.
“Pitti Filati – commenta Stefano Borsini, imprenditore del settore, espositore e componente il Comitato tecnico di Pitti Immagine – è una fiera di grande prestigio anche perché costituisce, con la sua importante e qualificata area tendenze, una finestra sulla moda che i consumatori si vedranno proporre fra ben tre stagioni: un vero e proprio battistrada per l’intero settore”.
Il contesto in cui si muovono le filature pratesi e l’intero comparto è quello complesso che sta vivendo in generale il settore moda. Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord – anticipando parte dei dati della rilevazione congiunturale sul 4° trimestre 2024 che viene effettuata su tutti i settori del territorio e che sarà resa pubblica nei prossimi giorni – evidenzia tuttavia per i mesi scorsi un andamento positivo dei volumi di filati prodotti nel distretto pratese.
Il 4° trimestre 2024 registra nel distretto tessile pratese un volume di produzione di filati a quota +4,5% rispetto allo stesso trimestre del 2023 risultato per cui la contrazione complessiva nella produzione dell’anno scorso risulta abbastanza contenuta: -4,5% rispetto a un 2023 che a sua volta segnò un arretramento rispetto all’ottimo 2022. Per quanto riguarda l’export, i dati Istat dell’ultimo trimestre 2024 non sono ancora disponibili: nel periodo gennaio-settembre 2024, si registra una significativa contrazione, pari a – 14%.
“E’ evidente – spiega Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – che anche il nostro comparto non sfugge alla stasi che caratterizza l’intero mondo della moda italiano, e non solo questo. Il 2024 ha risentito degli effetti dello smaltimento dell’overstocking dei grandi marchi della moda, ma non dobbiamo nasconderci che alcuni cambiamenti potrebbero essere strutturali o comunque di lunga durata, dovuti a riposizionamenti delle catene globali del valore”.
Sono 80, con 2.000 addetti diretti, le imprese produttrici di filati del distretto pratese. Il fatturato 2023 – l’ultimo disponibile – ammonta a 670 milioni di euro, in contrazione del -10% rispetto al 2022. Mediamente il 40% del fatturato del settore è realizzato con l’estero; i produttori di filati per maglieria esportano oltre la metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono assorbiti per lo più dal mercato interno e l’incidenza del fatturato estero è inferiore. I principali paesi di destinazione dei filati pratesi rimangono quelli europei, sia come importatori propriamente detti sia come luoghi di lavorazione e riesportazione: Germania, Romania, Francia, Portogallo, Bulgaria e Spagna rappresentano da soli quasi la metà del totale dell’export.
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