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Crescono gli espositori pratesi a Pitti Filati, nel quarto trimestre aumenta la produzione


La 96esima edizione si terrà alla Fortezza da Basso da domani fino al 30 gennaio. Ventinove le aziende del distretto che esporranno


Alessandra Agrati


Crescono gli espositori pratesi alla 96esima edizione di Pitti Filati dedicata alla primavera-estate 2026, che si svolgerà alla Fortezza da Basso da domani 28 al 30 gennaio. Sono 29 le filature (cui si aggiungono altre imprese di settori collaterali e di servizio) contro le 28 di gennaio 2024.
“Pitti Filati – commenta Stefano Borsini, imprenditore del settore, espositore e componente il Comitato tecnico di Pitti Immagine – è una fiera di grande prestigio anche perché costituisce, con la sua importante e qualificata area tendenze, una finestra sulla moda che i consumatori si vedranno proporre fra ben tre stagioni: un vero e proprio battistrada per l’intero settore”.
Il contesto in cui si muovono le filature pratesi e l’intero comparto è quello complesso che sta vivendo in generale il settore moda. Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord – anticipando parte dei dati della rilevazione congiunturale sul 4° trimestre 2024 che viene effettuata su tutti i settori del territorio e che sarà resa pubblica nei prossimi giorni – evidenzia tuttavia per i mesi scorsi un andamento positivo dei volumi di filati prodotti nel distretto pratese.
Il 4° trimestre 2024 registra nel distretto tessile pratese un volume di produzione di filati a quota +4,5% rispetto allo stesso trimestre del 2023 risultato per cui la contrazione complessiva nella produzione dell’anno scorso risulta abbastanza contenuta: -4,5% rispetto a un 2023 che a sua volta segnò un arretramento rispetto all’ottimo 2022. Per quanto riguarda l’export, i dati Istat dell’ultimo trimestre 2024 non sono ancora disponibili: nel periodo gennaio-settembre 2024, si registra una significativa contrazione, pari a – 14%.
“E’ evidente – spiega Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – che anche il nostro comparto non sfugge alla stasi che caratterizza l’intero mondo della moda italiano, e non solo questo. Il 2024 ha risentito degli effetti dello smaltimento dell’overstocking dei grandi marchi della moda, ma non dobbiamo nasconderci che alcuni cambiamenti potrebbero essere strutturali o comunque di lunga durata, dovuti a riposizionamenti delle catene globali del valore”.
Sono 80, con 2.000 addetti diretti, le imprese produttrici di filati del distretto pratese. Il fatturato 2023 – l’ultimo disponibile – ammonta a 670 milioni di euro, in contrazione del -10% rispetto al 2022. Mediamente il 40% del fatturato del settore è realizzato con l’estero; i produttori di filati per maglieria esportano oltre la metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono assorbiti per lo più dal mercato interno e l’incidenza del fatturato estero è inferiore. I principali paesi di destinazione dei filati pratesi rimangono quelli europei, sia come importatori propriamente detti sia come luoghi di lavorazione e riesportazione: Germania, Romania, Francia, Portogallo, Bulgaria e Spagna rappresentano da soli quasi la metà del totale dell’export.

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