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“Un segnale, anche questo, che Milano Unica piace e interessa alle imprese di Prato – commenta Francesco Marini, coordinatore del Gruppo produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. La fiera è molto cresciuta negli anni. Ha compiuto anche scelte coraggiose come l’anticipo a luglio dell’edizione estiva: una risposta ai cambiamenti nei modelli di distribuzione dei nostri clienti e un elemento identitario forte per la fiera, che si è data una collocazione ideale per i tempi di scelta della moda maschile e per le precollezioni femminili. Questa disponibilità a mettersi in discussione e ad adeguarsi ai cambiamenti ha pagato: Milano Unica è oggi un riferimento fieristico importante e una vetrina fondamentale per i tessuti italiani e non solo per questi.”
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Sarà particolarmente partecipata dalle imprese del distretto pratese questa edizione invernale di Milano Unica, in apertura il 6 febbraio. Le 53 aziende presenti non sono le 80 dell’edizione di luglio – che, essendo dedicata all’invernale, è particolarmente congeniale ai lanifici del distretto di Prato – ma presentano comunque un incremento rispetto alle 41 del corrispondente appuntamento del 2017.

Le imprese produttrici di tessuti si interfacciano con mercati complessi, che vedono nuovi potenziali clienti che applicano criteri di scelta spesso molto diversi dal passato e dai grandi nomi conosciuti. Sono anche soggette a richieste dei clienti su sostenibilità e standard qualitativi sempre più stringenti, che impongono nuovi costi alle imprese. Un’altra incognita viene dagli effetti sulla filiera delle nuove norme che limitano per rifinizioni e tintorie le agevolazioni sui costi energetici (LEGGI). Il tutto in un contesto difficile per l’incremento dei prezzi delle materie prime tessili e per una situazione valutaria che penalizza i listini in dollari. C’è grande attesa, quindi, per gli esiti delle fiere di questo mese: dopo Milano Unica, il 13 sarà la volta di Première Vision.
“Il contesto in cui operiamo è di grande complessità – continua Marini – ma il comparto tessuti del distretto tessile pratese affronta le fiere di febbraio contando sulle sue capacità di innovazione e di design e partendo da una situazione congiunturale positiva: il Centro studi di Confindustria Toscana Nord ci informa, in anteprima rispetto alla presentazione dei dati congiunturali prevista per i prossimi giorni, che per il comparto tessuti il 4° trimestre 2017 ha segnato +4,3%. Il 2017, partito in sordina, si è rivelato un anno complessivamente abbastanza buono. Non si deve pensare tuttavia che queste prestazioni positive siano uniformemente distribuite fra tutte le aziende: rimangono tipologie produttive e specializzazioni penalizzate dalle tendenze o da altri fattori legati a un settore articolato e mutevole come quello della moda.”
Durante l'anno la produzione di tessuti pratesi è andata migliorando: da una variazione nulla del 1° trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo 2016, si è passati a +0,3% nel 2°, +1,4% nel 3° per finire con un +4,3% del 4° trimestre. Un buon risultato, quindi, sebbene le esportazioni in valori rimangano per il momento in terreno negativo: gennaio-settembre 2017 segna -3,7% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Nel distretto tessile di Prato ci sono 250 lanifici produttori finali di tessuti (trama-ordito, speciali, a maglia, velluti, ecc.) con circa 5 mila addetti diretti. Il 90% di queste imprese sono società di capitali, e oltre il 70% del fatturato prodotto, che ammonta a 1.800 milioni di euro, è destinato alle esportazioni. Nel periodo 2006-2016 la redditività netta misurata con il ROE (in %, utile su patrimonio netto) è passata in questo gruppo da una media inferiore al 4% a una superiore al 7%.
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