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Rimane alto fra le imprese socie dell’Unione Industriale Pratese l’allarme sui costi delle commissioni bancarie applicate ai fidi non utilizzati. Il monitoraggio effettuato in questi giorni dall’associazione conferma sostanzialmente i forti aggravi già evidenziati nel giugno scorso. Si segnala un lieve miglioramento, ma senza che la sostanza del problema sia significativamente intaccata. Le situazioni migliorative sono dovute a due fattori: in primo luogo l’attività negoziale aperta dalle aziende con le stesse banche per limitare gli aggravi comunicati in prima battuta da queste ultime; inoltre, l’introduzione del tetto del 2% su base annua, inizialmente non previsto dalla normativa ed ottenuto nel luglio scorso a seguito delle proteste di Confindustria e di altre associazioni di categoria.“Le negoziazioni con le banche spesso servono quantomeno a limitare i danni – rileva Raffaella Pinori, vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese –. Anche il tetto del 2% che abbiamo ottenuto ha avuto una certa efficacia, visto che in precedenza ad alcune aziende erano state applicare commissioni fino al 4%. Tuttavia il problema è ben lontano dall’essere risolto. Anche con questo monitoraggio ci sono stati segnalati casi di aziende che precedentemente avevano ottenuto l’azzeramento della commissione sul massimo scoperto ma che ora, a titolo di commissione sui fidi non utilizzati, si trovano a dover pagare anche 15.000 o 20.000 euro. Sembra una vera beffa: fu il decreto anticrisi del 2008, divenuto legge nel febbraio scorso, ad introdurre le nuove commissioni come compensazione dell’azzeramento della commissione sul massimo scoperto. L’intento del decreto anticrisi non era quindi quello di introdurre nuovi oneri per le aziende. Ma di fatto le banche richiedono cifre ingenti per le nuove commissioni perfino ad aziende che sul massimo scoperto avevano oneri nulli o molto bassi: su questo aspetto il decreto anticrisi, pur rispettato nella forma, nella sostanza viene stravolto e la sua efficacia è vanificata.”I risultati del monitoraggio, assieme ad altri dati sulla situazione del credito a Prato, verranno discussi giovedì prossimo con la Presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi, ospite del Consiglio Direttivo dell’Unione, e sono veicolati anche a Confindustria e all’Osservatorio del credito attivato presso la Prefettura.