Nel mese di settembre il numero delle casse integrazioni richieste per i dipendenti delle aziende artigiani sono uguali a quelle dell’intero mese di luglio. Ad oggi l’ammortizzatore sociale è stato chiesto per 600 addetti. Non solo, lo spessore della crisi che sta investendo il tessile si misura anche sul monte ore di Fsba utilizzate: per molte aziende ormai il contatore delle ore è vicino allo zero e quindi se non saranno finanziate a ottobre rischiano la chiusura.
“La situazione è preoccupante – commenta Luca Giusti presidente di Confartigianato Imprese Prato – già le richieste di Fsba a luglio erano anomala a settembre e con questi numeri lo sono ancora di più. Questi sono i dati dell’artigianato a cui vanno aggiunti quelli dell’industria e dell’indotto che portano a incrementare sensibilmente i numeri con conseguenze anche sociali”. Di fronte a questo scenario l’associazione, anche attraverso il tavolo di crisi convocato dal Comune e l’incontro in Regione propedeutico a quello con il ministero del lavoro (leggi), propone due strade. La prima è di richiedere, come emerso nell’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy lo scorso 6 agosto, la sospensione dei contributi F24 e loro dilazione, oltre al rifinanziamento delle ore di cassa integrazione fino a fine anno. Dall’altra di rendere strutturali i 10 milioni concessi dal Governo Draghi. “Oltre ad arginare la crisi- ha spiegato Giusti – dobbiamo anche lavorare perché le imprese che rimangono sia competitive attraverso investimenti mirati. Va riadattato lo stesso schema di concertazione usato fino ad ora. E’ necessario ancora investire sulla sostenibilità, sulla formazione tecnologica, in modo da preparare tecnici in grado di cogliere le nuove sfide, penso ad esempio all’intelligenza artificiale. Sicuramente bisogna anche lavorare sulla cultura imprenditoriale”.
Cassa integrazione artigiani: a settembre sono già 600 le richieste, come in tutto il mese di luglio
Dato preoccupante che spinge Confartigianato a far suonare un forte campanello d'allarme: "A questo vanno aggiunti quelli dell'indotto e dell'industria"
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