Dopo il sit in di ieri organizzato da Cisl e Uil Flp per chiedere l’acquisto di presidi e avere maggiore chiarezza sul futuro di Casa Marta, il presidente del Consorzio Astir Simone Gelsumini risponde ai sindacati sottolineando che dal 31 ottobre è attivo un tavolo di confronto e che parte dei presidi richiesti sono già stati acquistati. “Astir – si legge nella nota inviata alla redazione – ha scelto di attivare un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali con la finalità di portare in evidenza l’operatività sulla Rsa (compresa la stabilizzazione avvenuta una settimana fa di tre Oss a tempo determinato) e per l’apertura di un confronto congiunto da cui scaturisse un costante monitoraggio sulle necessità della struttura. Il tavolo di confronto si è attivato il 31 ottobre e a questo hanno partecipato, per parte sindacale, i rappresentanti delle categorie di Cgil, Cisl e Uil con alcune delegate di posto di lavoro. Al termine della riunione, franca ma pacata, ci siamo lasciati con una data per il successivo incontro da tenersi nella metà di novembre, e con alcuni impegni assunti da parte di Astir tra cui l’immediato acquisto di barelle doccia mentre l’acquisto delle divise e delle calzature antinfortunistiche e la distribuzione ai lavoratori è già avvenuta nelle scorse settimane. Preoccupa, piuttosto, il sistema delle relazioni sindacali che dovrebbe essere improntato su principi di responsabilità, correttezza, buona fede e trasparenza dei comportamenti e dovrebbe essere orientato alla prevenzione dei conflitti”:
Secondo Gelsumini “Durante il periodo in cui si svolge il confronto, è una regola della contrattazione, le parti non assumono iniziative unilaterali sulle materie oggetto dello stesso confronto. Non crediamo che nella fase delicata della trattativa della vendita dell’attività della Casa di Marta, fatto noto anche nei dettagli alle Oss, agitare il personale con metodi estranei al sindacato confederale sia un buon servizio fatto a famiglie e lavoratori”.
A proposito delle quote sociali e sanitarie il presidente specifica: “Nessun rilievo da parte della commissione di vigilanza durante le ultime ispezioni e la quota sociale non è aumentata attestandosi da anni a 59,85 euro, tra le più basse in provincia dove alcuni gestori richiedono fino a 65 euro.”
A stretto giro le organizzazioni sindacali rispondono al presidente Gelsumini . “Il metodo adottato dalle sigle sindacali è
perfettamente in linea con l’attività propria dei sindacati. Proprio perché confederali, infatti, ci stiamo allarmando sia delle condizioni dei lavoratori che rappresentiamo, sia per la qualità del servizio verso gli ospiti. Pertanto, anziché impartire “lezioni” sul sindacato, ci permettiamo di suggerirgli una maggior attenzione verso gli ospiti residenti che necessitano dei dovuti materiali per assicurare loro la necessaria efficienza ed efficacia del servizio che assicuri una dignità ai residenti”.
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