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Bonus mamme: Uil fa ricorso contro l’esclusione delle lavoratrici precarie


L’esonero della contribuzione fiscale fino a un massimo di 3 mila euro. è stata concessa solo a chi ha un contratto a tempo indeterminato


Alessandra Agrati


Uil scuola avvia il ricorso contro l’esclusione di docenti e personale Ata al “bonus mamma” che prevede l’esonero della contribuzione fiscale fino a un massimo di 3 mila euro per le lavoratrici con più di due figli minorenni. “Si tratta – ha sottolineato il segretario territoriale Luigi Rocca – di un’esclusione incomprensibile e discriminante nei confronti del personale con contratto a termine”. Alla sede della Uil sono già arrivati le prime richieste di ricorsi . La Legge di Bilancio 2024, infatti, ha previsto l’esonero della contribuzione previdenziale, fino ad un massimo di 3mila euro annui, per le lavoratrici madri che abbiano almeno tre figli. In via sperimentale, per il 2024, il bonus è attribuito anche in presenza di due figli di cui almeno uno con un’età inferiore a 10 anni. Agevolazioni previste solo per chi è assunto a tempo indeterminato escludendo così il personale della scuola precario, che rappresenta da sempre una parte significativa dell’organico complessivo

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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