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Al via Milano Unica, 95 le imprese che rappresentano il distretto pratese, in calo rispetto all’edizione di luglio


La tre giorni della fiera milanese si apre domani mentre la settimana successiva, dall'11 febbraio, sarà la volta di Première Vision


Alessandra Agrati


Sono 95 le aziende pratesi che domani 4 febbraio parteciperanno alla 40esima edizione di Milano Unica, un numero di espositori decisamente inferiore rispetto ai 118 dello scorso luglio, quando però, venivano proposte le collezioni invernali, tradizionalmente più in linea con le produzioni pratesi. La stagione delle fiere per la presentazione delle collezioni primaverili si concluderà l’11 febbraio a Parigi con Première Vision, qui gli espositori del distretto saranno una dozzina. “La forza delle aziende pratesi – commenta Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, oltre che componente il Comitato di presidenza di Milano Unica – sta nella capacità di proporre prodotti che possono stimolare l’aspirazione del consumatore a qualcosa di nuovo e originale. Ma il fattore prezzo è e rimane decisivo ed è viceversa un punto di debolezza che ci accomuna a tutti i produttori italiani della moda come di altri settori: fondamentali voci di bilancio, primi fra tutti i costi energetici, ci penalizzano anche rispetto ai concorrenti europei. E’ importante che ci sia la valorizzazione massima presso i clienti dei prodotti e delle filiere che operano in maniera corretta e sono estranee a quelle ‘aree grigie’ che troppe volte vengono alla ribalta delle cronache. Occorre far comprendere che la sostenibilità ambientale e sociale è un fattore da promuovere e sostenere, nell’interesse della reputazione dei brand in primo luogo. Una sostenibilità che comunque deve essere a sua volta – si potrebbe dire con un gioco di parole – sostenibile, come costi e procedure richieste, talvolta complicate nella forma senza aggiungere niente nella sostanza. Sembra che si stiano facendo passi avanti in direzione di una semplificazione delle certificazioni, riunificandone alcune, e questa è una buona notizia.” Nel 2024 la produzione complessiva di tessuti pratesi è scesa in volume del -5,8% (dati Centro studi di Confindustria Toscana Nord). L’export, espresso in valori, ha segnato per i 9 mesi gennaio-settembre 2024 -7,4% sullo stesso periodo del 2023 (dati ISTAT, non ancora disponibili per l’ultimo trimestre 2024).
Riguardo alle destinazioni estere dei tessuti pratesi, i primi mercati di sbocco per importanza sono stati paesi europei comunitari: ancora in prima posizione la Spagna con il 10,1% del totale (anche se in ulteriore calo, del -13,3%, sul 2023); seconda la Germania (9,8% dell’export 2024) e terza la Francia con l’8,4% di quota, in arretramento come la Germania; quarta la Romania (-18,4%, con una quota del 6%), paese dove si effettuano operazioni di confezionamento anche per conto di aziende di altri paesi. A seguire gli Stati Uniti con una crescita che sfiora il 30%, il Portogallo anch’esso in lieve crescita (+2,6), e poi Marocco, Turchia e Regno Unito tutti in contrazione. Le aziende pratesi produttrici di tessuti (trama ordito, a maglia, jacquard, speciali, tecnici, spalmati, velluti, a pelo e altri) sono 230 con oltre 4.500 addetti diretti. Gli ultimi dati disponibili fanno stimare per queste aziende circa 1,8 miliardi di euro di fatturato: gran parte (circa il 70%) è da attribuire all’export, che nell’intero 2023 è stato pari a 1,2 miliardi di euro (-9,3% sul 2022, che era cresciuto del +20% sul 2021).
“I primi segnali per le fiere imminenti che vengono dai clienti, soprattutto esteri, sono positivi – aggiunge il presidente di Pratotrade Giovanni Gramigni -. Anche gli ottimi risultati di eventi come Pitti Uomo fanno sperare in una ripresa di interesse per la moda nella sua accezione migliore, quella che è coerente con il livello delle nostre produzioni. Questo rinnovato gusto per il bello, assieme all’ormai conseguito esaurimento dell’overstocking che ha così pesantemente condizionato le ultime stagioni, fanno ben sperare per il tessile pratese. Indubbiamente comunque il mercato è oggi più complicato e più esigente: si sono ridotti i volumi degli ordini e quelli dei lotti, mentre nello stesso tempo c’è una richiesta di servizio molto veloce che non sempre si concilia facilmente con la frammentazione produttiva imposta da ordinativi così ridotti e variabili”.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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