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63mila disoccupati in più in Italia nel 2023 ma a Prato il tasso resterà stabile


Uno studio della Cgia di Mestre ha stimato un aumento della quota dei senza lavoro che sfiorerà i 2 milioni 120mila su scala nazionale. Nell'area pratese, secondo le previsioni, i disoccupati passeranno dagli attuali 6.979 a 6.921 con un calo dello 0,8 per cento. Numeri che indicano stabilità e danno un segnale di fiducia


Redazione


Prato non aumenterà la sua quota di disoccupati nel 2023. Lo dice la Cgia di Mestre che stima in 63mila unità la crescita di disoccupazione in Italia con il totale che sfiorerà i 2 milioni 120mila (8,4 per cento). Stando allo studio, Prato è tra le trenta province (su 107) che chiuderanno il bilancio con un segno meno davanti alla voce relativa ai disoccupati – -0,8 per cento – dagli attuali 6.979 ai futuri 6.921. Numeri che, almeno a dar retta alle stime, si muovono di pochissimo ma il segnale che arriva è di fiducia: la situazione non migliorerà, ma neppure peggiorerà come invece si prevede per gran parte del Paese. Con Prato ci sono altre quattro province toscane per le quali, almeno leggendo il risultato dell'analisi della Cgia di Mestre, si prospetta un calo del tasso di disoccupazione: Grosseto e Pistoia (-1,6), Lucca (-6) e Massa Carrara (-8,4). Tra segni più e segni meno, il quadro italiano passerà da 2 milioni 55mila disoccupati di quest'anno a 2 milioni 118mila del prossimo, con un incremento di circa il 3 per cento. Il tasso dei senza lavoro, se le stime verranno confermate dai fatti, tornerà al livello del 2011.
Entrando nel dettaglio, le situazioni più critiche saranno al Sud: a Napoli e Roma stimato un aumento di oltre 5mila disoccupati con una crescita percentuale tra il 2,5 e il 3,8 per cento, a Bari, Frosinone e Nuoro le incidenze percentuali più alte, tra il 12,5 e il 13,3 per cento; spostando il ragionamento in chiave regionale, le previsioni più nere sono per Sicilia, Lazio e Campania dove il numero dei senza lavoro salirà da un minimo di 11mila a un massimo di 13mila unità. Per macroaree, infine, aumento della disoccupazione stimato nell'1,2 per cento nel Nord ovest, del 2,2 per cento nel Nord est, del 3,7 al Centro e del 3,8 nel Mezzogiorno.
Tra le realtà che vedranno diminuire la disoccupazione, spiccano Perugia, Lucca e Milano: la Cgia di Mestre indica cali compresi tra 740 e 1.100 unità.
La riduzione dei posti di lavoro riguarderà i comparti manifatturieri più legati alla domanda interna, in particolare il settore energivoro. Problemi anche per edilizia e trasporti. Meno esposti, invece, i settori dell'alimentare e delle bevande, dell'alta moda e della metalmeccanica che hanno un orizzonte di mercato più globale.
La Cgia di Mestre si sofferma anche sulle ricadute in chiave di coesione sociale: tante piccole attività economiche si sono già arrese e altre lo faranno nel 2023. Ma le chiusure riguardano anche liberi professionisti, avvocati, commercialisti e consulenti: tutta colpa – spiega lo studio – della minor presenza di uffici e negozi. Non va meglio per la grande distribuzione, in particolare per i centri commerciali che devono fare i conti con tante saracinesche abbassate e con il conseguente calo dell'appetibilità per i consumatori.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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