‘Prato con le ali’, l’8 novembre la presentazione del libro del giornalista Giovanni Ciattini

L’airone cenerino che spiega le ali sul tetto dell’ex filatura Aiazzi e Biagioli a Santa Lucia, la cinciarella che lavora al suo nido in una fessura del muro di villa Bellavista a Le Sacca, il cormorano che si lava nelle acque del Bisenzio, il falco pellegrino che controlla piazza Mercatale dall’alto del campanile della chiesa di San Bartolomeo, la gallinella d’acqua che passeggia sotto il ponte Datini, la garzetta a caccia nella pescaia del ponte XX Settembre, l’upupa a passeggio nella limonaia di villa Rospigliosi. Scene di vita quotidiana che ai più passano inosservate ma che mai sfuggono all’occhio attento di Giovanni Ciattini, ex caporedattore della redazione pratese de Il Tirreno. Unendo spirito di osservazione e amore per la fotografia, Ciattini ha dato vita prima a ‘Firenze con le ali’ e ora a ‘Prato con le ali’, libri che raccontano le città con le immagini dei suoi ‘abitanti’ più piccoli, discreti e sfuggenti: gli uccelli.
Uccelli in ordine alfabetico in questo secondo lavoro: si comincia con l’airone e si finisce con il verzellino. Monumenti, parchi, giardini, fabbriche, piazze a far da sfondo e da cornice ad ogni protagonista.
‘Prato con le ali’ (Apicelibri, 15 euro), sarà presentato venerdì 8 novembre, alle 17, alla biblioteca Lazzerini. Con Giovanni Ciattini ci sarà il collega Paolo Toccafondi, autore delle didascalie che accompagnano le decine di foto che formano il volume. I saluti sono affidati a Diana Toccafondi, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Prato che insieme a Lipu e Legambiente ha contribuito con il patrocinio, mentre l’introduzione a Paolo Toccafondi.
Un viaggio nel cuore di Prato ma anche nelle periferie, un itinerario tra arte e natura, lavoro e tempo libero. Un viaggio alla scoperta di quegli abitanti dei quali non sempre conosciamo l’esistenza o dei quali non sempre di accorgiamo ma che ci scrutano, ci osservano, ci guardano, qualche volta riparati dai rami di un albero o nascosti nelle cavità di un muro scrostato, altre volte fieri di essere ammirati accanto al volto di Francesco di Marco Datini o di Giuseppe Mazzoni, sulla Risorta di Palazzo Pretorio o sul Pulpito di Donatello, tra le altalene del parco dell’ex Ippodromo o sulle arrampicate delle ciminiere delle fabbriche. (nt)