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Bilancio record per “Officina pratese”. Conclusa la mostra sul Rinascimento, è tempo di tirare le somme con numeri alla mano per testimoniare un successo ben oltre le più rosee aspettative. Il primo dato che colpisce è quello dell'affluenza: quasi 60mila visitatori, per un totale di 1.095 ore di apertura, una media di 450 ingressi nei giorni feriali. Punte alte nei weekend con l’affluenza di 800-1000 visitatori e il record di oltre 4000 visitatori negli ultimi due giorni di apertura.
“Un successo senza precedenti – dice il sindaco Roberto Cenni – per raggiungere il quale molte sono state le sinergie e le collaborazioni, che hanno prodotto un risultato straordinario per la città. Un successo per Prato che ha riscoperto una vocazione turistica nella sede del ritrovato museo di Palazzo Pretorio, che per decenni ha fatto sentire la sua mancanza alla nostra comunità. Non ci dobbiamo fermare e per questo l’Amministrazione Comunale sta già lavorando ad altre importanti esposizioni e avvenimenti culturali che auspico possano riscuotere il medesimo richiamo di Officina pratese, la quale certamente si annovera fra i momenti più belli degli ultimi anni per la città".
La mostra ha avuto ricadute anche sul fronte dell'occupazione. Sono 33 i posti di lavoro creati: 22 persone assunte a tempo determinato per le funzioni di biglietteria, presidio e bookshop, 11 con contratti di collaborazione professionale per i servizi aggiuntivi della mostra (operatori didattici, storici dell’arte e guide turistiche). Provenienti da Prato e provincia, gli operatori sono stati selezionati e formati per la mostra, con una media di 15 ore di formazione a operatore.
"Organizzare la mostra sull'Officina pratese è stata un'esperienza indimenticabile – afferma l'assessore alla Cultura Anna Beltrame -. È stata un'officina a sua volta, a cui hanno lavorato con cura e passione tante persone, dalle competenze più varie, e tutte preziose. La bellezza ha aiutato ognuno di noi a dare il meglio sé, per una città che di bellezza e di speranza ha tanto bisogno. Il risultato è stato grande. Soprattutto, è stato importante per Prato: questa mostra è una svolta per l'immagine e il futuro della città".
Il 33% dei visitatori è arrivato da Prato, il 40% dal resto d’Italia, il 25% da altre zone della Toscana e il 2% dall’estero. Sono stati 637 i gruppi in visita a Palazzo Pretorio: 364 generici, 273 con la scuola. I gruppi non scolastici hanno visto la partecipazione di 8960 visitatori, il 38% dei quali provenienti da Prato, il 39% da altre province italiane e il 23 % da altre province della Toscana. Per quanto riguarda invece i gruppi scolastici, si contano 273 classi con 6184 alunni, l’81% scuole di Prato e provincia.
“Questa mostra ha il merito di aver dato nuova luce a Prato, città di cultura, luogo simbolo del Rinascimento e fucina essenziale per l'arte del '400 – dice l'assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti -. Oggi Prato può dire e fare ancora tanto nel panorama culturale toscano e nazionale. Inoltre, con l'attività espositiva del 2013 abbiamo riaperto al pubblico il Palazzo Pretorio, a lungo chiuso per lavori di restauro, grazie anche al contributo della Regione Toscana. Diventerà il cuore della vita culturale pratese, già vivace grazie alla presenza di musei qualificati e diversi tra loro, che offrono servizi e svolgono attività di prestigio con l'obiettivo di potenziare la vocazione turistica del territorio”.
Il programma di iniziative collaterali ha visto oltre 60 appuntamenti. Ecco alcuni esempi: ciclo di conferenze “Amori proibiti”, aperture straordinarie con eventi in collaborazione con la Camerata strumentale “Città di Prato” e la scuola di musica “Giuseppe Verdi”, auguri musicali con il trio Irene Giuliani, Festa della Toscana, performance dello spazio Compost, appuntamenti per le famiglie con Milo Cotogno e Geronimo Stilton, aperture prolungate nei sabati di dicembre, visite straordinarie con i curatori della mostra e in collaborazione con il Museo del Tessuto.
Il pacchetto di visite più gradito dai visitatori comprendeva il tour al Duomo con il ciclo degli affreschi di Filippo Lippi: un modo per far conoscere l’importanza di Prato nella storia dell’arte fuori da Palazzo Pretorio.
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