Verrà inaugurata domani, 24 maggio, e durerà fino al 28 luglio la mostra “Tamagnini. Mirabile Avventura d’arte” nelle sale del Museo di Palazzo Pretorio a Pato. La mostra, curata da Giulia Ballerini, omaggerà la lunga carriera artistica di Primo Tamagnini nato nel 1936. Le creazioni degli ultimi vent’anni e una retrospettiva di tutte le fasi attraversate dell’artista fino al 2010 troveranno spazio a Prato, la città dove ha sempre vissuto e lavorato. Le due sale al piano terra del Museo ospiteranno trentadue opere dell’artista, un percorso che ne evidenzierà il lirismo delle origini con i primi oli su tela degli anni Settanta fino agli splendidi polittici e alle opere “segno come colore e forma” della fase più matura tra gli anni Ottanta e Novanta. Tra le opere esposte anche alcune istallazioni metalliche frutto della continua sperimentazione e crescita stilistica del percorso di Tamagni e le sperimentazioni degli ultimi mesi tra le più alte rappresentazioni di fervore artistico astratto. “La mostra dedicata a Primo Tamagnini inaugura una rassegna dedicata a tre artisti contemporanei pratesi – di nascita o di adozione – non più giovani, che attraverso le loro espressioni artistiche hanno contribuito a rendere la nostra città più ricca di colori, segni, volti, paesaggi” spiega Rita Iacopino, direttrice del Museo di Palazzo Pretorio. «La mirabile avventura d’arte di Tamagnini stupisce per la vivacità delle composizioni e la freschezza dei colori, evocativi, ma anche realmente costruiti grazie ad assonanze e percezioni, sempre veri e, dopo tanta vita, pienamente consapevoli». La curatrice della mostra Giulia Ballerini spiega: «Tamagnini è un vero artista, che ha fatto dell’arte la sua scelta di vita, e l’ha fatto scegliendo Prato come luogo in cui vivere e lavorare. É significativo che il museo della città renda omaggio ad un artista maturo che tanto si è legato alla città -ha aggiunto- il mio intento è stato quello di mettere in evidenza l’inedita e più recente produzione, ma al contempo di ricostruire in una sala retrospettiva l’evoluzione del percorso artistico di Tamagnini, la maturazione della sua ricerca sul segno. Ringrazio l’artista e la famiglia Tamagnini, in particolare la figlia Tatiana, per la disponibilità e la preziosa collaborazione».
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