E’ terminato il lungo e minuzioso restauro annunciato da Notizie di Prato (leggi) della pala di Santa Teresa D’avila di Giuseppe Catani Chiti; otto mesi di lavoro affidato alla restauratrice Barbara Bersellini, con la supervisione della Sopraintendenza di Firenze e il finanziamento dell’associazione Amici dei Musei di Prato con 8 mila euro. Il dipinto si trova nella chiesa di San Francesco ed è stato commissionato al pittore pratese nel 1904 dai padri Carmelitani in occasione della ristrutturazione della chiesa, avvenuta l’anno successivo.
“E’ stato emozionante lavorare a questo restauro – ha raccontato Bersellini – un’opera sepolta da un secolo di polvere che siamo riusciti a togliere, sconfiggendo anche i tarli, e a riportare ai colori originali”.
L’opera, che raffigura Santa Teresa in Adorazione sotto lo sguardo dolce di un angelo, si trova entrando a sinistra sopra il primo altare laterale davanti a “la gloria di San Giuseppe” sempre di Catani Chiti che è stata restaurata nel 2016. “Abbiamo seguito la rinascita della pala – ha raccontato Giorgio Arter presidente dell’associazione Amici dei Musei di Prato – in tutte le sue fasi, da quando è stata staccata dalla parete fino a quando è stata riappesa. Un compito che abbiamo svolto con passione e amore che non finisce qui: ora promuoveremo incontri e convegni per far conoscere la figura di Catani Chiti ai suoi concittadini”. Questo intervento è il ventesimo portato avanti dagli Amici dei Musei, ai quali si deve anche il completo rifacimento della cappella della Madonna dei Papalini nel monastero di San Vincenzo e gli interventi in San Niccolò e nelle chiese dello Spirito Santo e Santa Maria del Soccorso. “Siamo grati ai finanziatori per la loro generosità – ha affermato il vescovo Franco Agostinelli –, è importante valorizzare il nostro patrimonio artistico, il decoro di una chiesa non è un fatto secondario. Guardare le opere, ammirarne la bellezza, serve anche come accrescimento spirituale”.
Chi era Giuseppe Catani Chiti. Nato a Prato nel 1866, fu allievo di Cesare Guasti e del pittore Alessandro Franchi all’Accademia di Belle Arti di Siena. Inserito nella corrente dei Preraffaelliti, ha dipinto esclusivamente soggetti sacri secondo stilemi neogotici. A Prato si conservano alcuni suoi bozzetti nel museo di Palazzo Pretorio e poi si deve a lui il progetto di restauro degli affreschi esterni di Palazzo Datini. Sue opere sono conservate nel battistero di Siena, a Torino e nella chiesa del Sacro Cuore a Roma sul lungotevere Prati. La sua lunga carriera si conclude con la morte a Firenze nel 1945.