Uomini semplici che hanno vissuto cose straordinarie conservate in documenti preziosi che tornano in città dopo ottant’anni con forme e linguaggi nuovi. Con grande emozione, ripercorrendo la storia della sua famiglia, Michael Cox ha consegnato al museo della Deportazione e Resistenza di Figline il diario di guerra del comandante inglese Donald Cox, suo padre. Cox, a capo delle Forze Alleate che contribuirono a liberare Prato, strinse un profondo rapporto di amicizia con quello che diventò il primo sindaco della città Dino Saccenti aiutandolo anche a ritrovare il figlio di appena tre anni portato in orfanotrofio oltre il confine tedesco. L’incontro, questa mattina lunedì 23 settembre alla biblioteca Lazzerini di Prato, si è aperto leggendo uno scambio di lettere tra Cox e Saccenti, ricche di affetto e stima reciproca per il grande lavoro fatto insieme per restituire democrazia e libertà a Prato. A prendere la parola, dopo l’assessora alla Memoria Chiara Bartalini, è stato proprio il figlio dell’ex comandante ormai deceduto che ha voluto ricordare il grande amore che aveva suo padre per la città toscana. E così Michael Cox, che non nasconde l’emozione nel ripercorrere i ricordi tramandati, ai giovani presenti in sala lascia un messaggio di pace e dice: “Anche le persone normali possono prendere decisioni giuste e fare cose straordinarie”. Con la volontà di conservare la storia e tenere uniti i tasselli dopo ottant’anni, il diario di guerra di Cox verrà rielaborato sperimentando il linguaggio multimediale e più incline alle nuove generazioni del podcast a cura di Enrico Iozzelli e conservato all’interno del Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline. Ad accogliere il figlio del comandante Cox, anche Fiorello Fabbri, partigiano pratese, che a soli 15 anni durante la liberazione di Prato fece da autista al militare inglese. I due si sono poi abbandonati ad un abbraccio commovente. “Alla fine della guerra mio padre aveva solo 25 anni- spiega Michael Cox- è sempre stato un uomo molto modesto e ha proseguito la carriera diplomatica al ministero degli esteri ma non ha mai dimenticato Prato e le persone che ha incontrato in quel periodo. Credo sia incredibile che anche le nuove generazioni continuino a ricordare quel periodo e quello che mio padre ha fatto per la città. Non ne parlava spesso, non se ne faceva un vanto, per scrivere le memorie ha aspettato il 1986″. Michael Cox, è arrivato a Prato per visitare la mostra “Prato bombardata Prato Liberata” e ha deciso di donare questo importante memoriale del padre per arricchire il ricco patrimonio cittadino di video, documenti e fotografie degli anni tra il 1943 e il 1945 quando la città subì numerose incuriosi con lo scopo di distruggere le industrie tessili e i ponti ferroviari. Tuttavia nei ricordi della famiglia Prato era molto presente, tant’è che ad accompagnarlo e a fargli da interprete oggi era presente Niccolò Bindi, un giovane ragazzo pratese conosciuto fortuitamente nel 2019 in occasione di una vacanza a Winchester, città in cui Michael alloggia e lavora come guida turistica. Donald Cox, comandante delle truppe alleate che liberarono Prato, l’11 maggio 1945 fu insignito della cittadinanza onoraria da Dino Saccenti, primo sindaco della città. È stata più precisamente la prima cittadinanza onoraria conferita dall’Amministrazione comunale. “C’è tutta la storia di come il capitano Cox abbia avuto nel cuore di Saccenti e nei pratesi del tempo molto importante, i figli sono orgogliosi e hanno per la nostra città una grande riconoscenza noi vogliamo portare avanti un lavoro- spiega l’assessora Bartalini- sono punti importanti nella storia della città”. “Apre una finestra sul passato e ci permette di ricostruire il tutto da un’angolazione diversa, è un racconto dalla parte dei liberatori e questo documento viene da una persona amatissima in città” aggiuge Enrico Iozzelli del Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline.
Il diario di guerra del Comandante inglese Cox è stato donato alla città: diventerà un podcast per le nuove generazioni
A consegnare il prezioso documento storico il figlio Michael, andrà ad arricchire il patrimonio conservato all'interno del Museo della Deportazione e Resistenza di Figline
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