“Il buco di Moore” torna a splendere dopo il restauro finanziato da una cittadina pratese

La forma squadrata con taglio, meglio conosciuta come "Il buco di Moore", torna a splendere dopo quasi due mesi di lavori di restauro.
Un'operazione finanziata da  un'anonima cittadina pratese, che ha riportato all'antica bellezza l'opera dello sculture inglese  che il prossimo giugno compie 50 anni di "residenza" a Prato.
Collocata in una posizione strategica  su un importante crocevia fra la stazione centrale e il centro storico, è stata pulita e restaurata da Laura Conca che aveva curato anche un primo intervento 25 anni fa. "La maggiore criticità – spiega la restauratrice – è stata la presenza della microflora e dei muschi e licheni che, di fatto, ha aggredito il marmo provocando piccole microfratture dove si è insinuata l'acqua. Abbiamo quindi ripulito tutto, stuccato dove era necessario, è stato anche ricostruito un angolo che si era deteriorata. Infine sono stati fatti i ritocchi pittorici e stesa una pellicola idrorepellente ma traspirante". 

La pesante scultura poggia su un basamento, che ora è visibile e che sarà oggetto di un nuovo intervento. "Stiamo studiando – ha spiegato Simone Mangani assessore alla cultura – una soluzione per preservare meglio l'opera dalla vicinanza con l'erba. Intanto in occasione dei 50 anni dalla posa organizzeremo un evento speciale con il Museo di Palazzo Pretorio".
Probabilmente verrà posta una lastra di marmo intorno alla scultura in modo da impedire all' erba e alla terra di venire a contatto.