Dal prossimo giovedì 20 marzo fino a domenica 23 marzo, al Metastasio, arriva dalla Francia l’irriverente “Compagnie n’8” di Alexandre Pavlata con Garden Party. Un lavoro dalle sfumature felliniane, romantiche e oltraggiose che racconta con sarcasmo e ferocia la decadenza della boghesia combinando i codici della danza, del mimo, dell’opera e perfino del circo. Uno spettacolo internazionale che il teatro pratese ospiterà grazie alla collaborazione con il Gruppo Colle (feriali 20.45, sabato 19.30, domenica 16.30). Sul palco del Metastasio un gruppo di attori e attrici, cantanti e ballerini giocano con il cliché della vita aristocratica costruita su false arie, dando vita a un party parigino in cui a un certo punto si accende la miccia della follia, trasformandolo in una parata clownesca e burlesca di scoppiettante vivacità e di incredibile raffinatezza. Tra caccia, lezione di savoir vivre, danza medievale e aria di opera, la favolosa emerita casta dell’aristocrazia francese mostra il meglio e il peggio di sé, continuando sempre a riprodurre il proprio mondo sociale, i codici, la vita lussuosa, i campi da golf, la degustazione di vini, le corse di cavalli e le tradizioni della caccia alla volpe. Nota per trattare i temi d’attualità con sarcasmo e ferocia ma allo stesso tempo miscelando poesia e sogni, afferma la compagnia: “È attraverso l’uso della satira e dell’ironia, dell’arte del pagliaccio e del giullare, valori cari alla commedia italiana di Fellini, Ettore Scola, Dino Risi, che ci siamo avvicinati al lavoro di scrittura di Garden Party. Volevamo giocare con il cliché della vita aristocratica, costruita su arie false, su apparenze, codici, dove l’estetismo può dare libero sfogo alla nostra immaginazione. Ma come si fa a prendere in giro una caricatura? Come si fa a prendere in giro una casta che pratica l’autoironia? Come si può parlare di una casta intoccabile? Pertanto, abbiamo creato una battuta feroce, una presa in giro viscerale dove mettiamo in luce la loro sconsideratezza della vita e del mondo, una vita superflua. Ma anche andando oltre nella nostra logica: troppo facile criticare un solo mondo, vogliamo tracciare un parallelo con la civiltà e la cultura occidentale: non siamo in qualche modo una casta aristocratica rispetto ad altre? Non siamo forse tutti un po’ borghesi? Felici nelle nostre case, nella nostra vita, nel nostro lavoro? Paura dei cambiamenti? Di correre rischi? Garden Party è un momento della vita stessa, un cabaret caleidoscopico di comportamenti umani, fatto di cortesia, etichetta, rituali sociali, piccoli giochi crudeli, grandi momenti di solitudine ma, soprattutto, una passione per la stupidità umana… che non conosce né i ricchi né i poveri”.
Riproduzione vietata