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Al Teatro Fabbrichino da stasera a domenica in scena “Sicilia” di Clyde Chabot


E' la quinta nuova produzione del Metastasio dall'inizio della stagione. Sabato ci sarà una replica straordinaria dello spettacolo in lingua francese


Redazione


Quinta nuova produzione del Teatro Metastasio dall’inizio della stagione, da stasera martedì 11 a domenica 16 dicembre al Teatro Fabbrichino e con una replica straordinaria in francese sabato 15 dicembre alle ore 21, arriva "Sicilia", uno dei più grandi successi della compagnia francese "La Communauté inavouable" che la drammaturga, attrice e regista Clyde Chabot presenta qui nella sua versione italiana (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30).
Identità e origini sono i cardini di questo lavoro autobiografico della Chabot, che riunisce il pubblico attorno a un grande tavolo immergendolo in una atmosfera calda e conviviale per cercare di ricostruire la storia della sua famiglia. È un canto sulle orme dei suoi antenati, emigrati alla fine dell’800 dalla Sicilia verso la Tunisia, prima di trasferirsi in Francia negli anni Cinquanta, e un controcanto che sposta ciò che potrebbe sembrare un'indagine genealogica sulla questione politica dell'esilio. Una vera e propria commossa esperienza di archeologia familiare prende corpo attraverso il racconto del viaggio della Chabot verso la sua terra di origine, la Sicilia appunto, intrapreso nel 2010 con la figlia (sua moderna e francese discendenza) alla ricerca dei luoghi di cui ha sentito parlare, della lingua che non si perdona di non conoscere, delle tradizioni delle quali, in un impasto di modernità e arcaismo, conserva delle tracce.
È il diario di bordo di una spedizione in cerca di tasselli di vita di nonni, bisnonni e bis-bisnonni espatriati in cerca di un futuro migliore, squarci di memoria labilissimi aperti nell’oblio del tempo, piccoli indizi di intere esistenze quasi del tutto cancellate dalla grande storia.
La narrazione della Chabot procede contrapponendo la ricerca e l’esaltazione di piccole cose della tradizione perduta – un anello di fidanzamento, delle lenzuola, un frullatore nomi, oggetti, cibi, luoghi che galleggiano nella memoria senza trovare una collocazione ordinata – allo sforzo erculeo degli avi di abbandonare le proprie tradizioni per fare proprie quelle di una nuova terra. Così, attraverso il prisma dell'intimo, nel sottofondo della sua personalissima memoria familiare, emerge sotteso il riflesso dell'immigrazione italiana e di tutte le domande insite in essa – dall’abbandono della propria cultura e della propria lingua alla fusione in una società di accoglienza, fino all'oblio e alla dissoluzione quasi totale delle origini (quasi).
Mentre il pubblico, accomodato attorno al tavolo come se fosse un parente prossimo, assaggia pecorino e vino siciliani, il racconto procede contrappuntando le tappe del viaggio di una cerimoniale intimità, fino a quando madre e figlia arrivano davanti alla tomba di famiglia, apparecchiano uno struggente pic-nic e mangiano davanti alla foto ingiallita degli antenati…
 
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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