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Da domani martedì 20 a venerdì 23 novembre alle ore 20.45 al Teatro Fabbricone, l’acclamata regista britannica Katie Mitchell, tra le più innovative e trasgressive della scena europea, presenta "La maladie de la mort", una rilettura in chiave cinematografica dell’opera omonima di Marguerite Duras, provocatoria e perturbante, portata sulla scena da Laetitia Dosch e Nick Fletcher, con la voce narrante di Jasmine Trinca, in una grande coproduzione internazionale cui partecipa anche il Teatro Metastasio di Prato. Lo spettacolo, in lingua francese e italiana sovratitolato in italiano, è consigliato ai maggiori di 18 anni.
Profonda esplorazione dell’intimità, del genere, della pornografia e del sesso, la pièce racconta l’impossibilità d’amare insinuandosi nel legame inquieto di un uomo e una donna che, in una stanza d’hotel, stabiliscono una relazione sessuale perversa basata sulla dominazione maschile senza riuscire a entrare in autentica intimità, emotiva e carnale. Lui vorrebbe imparare a amare, a conoscere un corpo femminile, e paga lei per soddisfare tutti i suoi desideri. Notte dopo notte la osserva, indagandola, cercando il suo segreto, annaspando nella violenza di un’intimità negata. Ma nulla può unire il divario che separa l’uomo e la donna, sono inconciliabili, è questa la "malattia della morte" di cui parla la Duras.
Intorno allo spettacolo, sabato 24 novembre alle ore 16 nella saletta conferenze del Met, il critico Marco Menini contestualizza il lavoro dell’artista e approfondisce i temi dello spettacolo in un incontro di ‘riflessioni’ del ciclo "Lo spettatore attento" (su prenotazione a [email protected] o 0574/27683, dal lunedì al venerdì in orario 9.30/13.00).
Edizioni locali: Prato