La Corte d'appello ha confermato la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione al maestro di judo accusato di violenza sessuale su una sua allieva, all'epoca dei fatti quattordicenne. Oggi, martedì 16 gennaio, i giudici di secondo grado di sono espressi sul ricorso presentato dall'avvocato Massimo Taiti, difensore dell'uomo, ora 78enne, arrestato a giugno del 2021 dalla Squadra mobile di Prato. Le indagini presero il via dopo la denuncia della ragazza che raccontò che, durante le sedute nella palestra Kenshiro Abbe, in via Battisti, il titolare e suo maestro di judo si era reso protagonista di approcci via via sempre più spinti e, rubricati dalla procura, come violenza sessuale aggravata. La vittima, costituita parte civile e assistita dall'avvocato Roberta Roviello, descrisse atteggiamenti osè nella sala massaggi dove veniva invitata per manipolazioni utili a riscaldare i muscoli oppure a distenderli dopo l'allenamento.
L'anziano fu messo agli arresti nella sua abitazione e pochi giorni dopo trasferito in un altro luogo, su richiesta della difesa, a causa di alcuni biglietti con frasi minacciose e ingiuriose lasciati nella cassetta della posta. Dopo la denuncia dell'allieva, l'istruttore smise di tenere lezioni nella sua palestra in seguito ad un provvedimento di sospensione emesso dalla Federazione italiana arti marziali.
In primo grado, l'imputato, che aveva scelto il rito abbreviato, fu condannato anche al pagamento di una provvisionale di 20mila euro in favore della vittima.
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