Sette anni di reclusione per violenza sessuale su una ragazzina. Così ha deciso il tribunale di Prato che nella serata di oggi, venerdì 5 luglio, ha condannato Gabriele Borchi, figlio dell’ex vicesindaco. La sentenza di primo grado arriva a sette anni e mezzo dall’arresto: Borchi, accusato di avere intrattenuto una relazione con la giovane nel 2013 quando lei non aveva ancora 14 anni e lui 38, finì agli arresti domiciliari a gennaio del 2017 e ci restò quasi una settimana. Una lunga inchiesta prima del processo al termine del quale, lo scorso febbraio, il pubblico ministero, Laura Canovai, aveva chiesto 6 anni e mezzo di reclusione. Il collegio giudicante, presieduto da Francesco Gratteri, è dunque andato oltre. Gabriele Borchi ha ascoltato in aula la lettura della sentenza, accanto ai suoi avvocati, Manuele Ciappi e Silvia Nesti (nella difesa anche l’avvocato Massimiliano Tesi). Lo stesso ha fatto la ragazza, accompagnata dalla madre con la quale Borchi, come è emerso dall’inchiesta e come lui stesso ha raccontato ai giudici, ha avuto in passato una relazione. E l’imputato è sempre stato convinto che proprio il rapporto con la donna, mai sfociato in una relazione ufficiale, sia stato la causa scatenante della pesante accusa che ha sempre respinto con forza: “Contro di me – disse a in aula a febbraio – è stato costruito una castello di calunnie. Contro di me solo una montatura dettata dalla rivalsa, dal rancore per questioni sentimentali”.
La ragazza e i suoi genitori, parti civili assistiti dagli avvocati Tiziano Veltri (oggi sostituito dalla collega Stefania Turano) e Alex Baldassini, hanno visto riconosciuto 30mila euro di provvisionale: 20mila per la vittima e 10mila per i familiari. L’inchiesta ha ricostruito la vicenda escludendo rapporti sessuali veri e propri tra Borchi e la ragazzina. Un rapporto fatto di effusioni, toccamenti, palpeggiamenti e messaggi in un contesto – la tesi della procura – di una assidua frequentazione tra Borchi e la famiglia della ragazza per motivi di lavoro, ma anche di cene, vacanze, incontri nel tempo libero. Per l’imputato tutto si sarebbe fermato sempre e solo a questo mentre per l’accusa e per la mamma della ragazza che fece partire l’inchiesta, ci fu di più. E a parlare di quel legame ‘proibito’ sono stati i diari della giovane, le chat, le telefonate, le confidenze fatte ad un’amica e gli atteggiamenti di forte confidenza che non sarebbero passati inosservati e che sono stati raccontati da diversi testimoni tra i quali la donna che all’epoca era fidanzata con Borchi. Attesa per le motivazioni dopo le quali gli avvocati difensori quasi certamente ricorreranno in Appello.
Violenza sessuale su una ragazzina, condannato a 7 anni il figlio dell’ex vicesindaco
La vicenda risale al 2013 quando la vittima non aveva ancora 14 anni e l'imputato 38. Entrambi hanno assistito alla lettura della sentenza
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