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Continua a riservare sorprese l’indagine congiunta di carabinieri e Guardia di Finanza che lo scorso luglio ha portato in carcere due persone accusate di usura con il relativo sequestro di numerosi automezzi, quote societarie, diverse unità immobiliari e polizze assicurative per un valore complessivo di 1.500.000 di euro (vedi articolo). E con il progredire delle indagini diventa sempre più ricco il “tesoro” portato alla luce dagli investigatori. E’ stato così raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere il 36enne napoletano ma residente a Prato, ritenuto la mente dell’organizzazione. Qualche settimana fa, grazie ai nuovi elementi portati all’attenzione del pubblico ministero, sono state eseguite delle perquisizioni presso alcune società con sede a Montemurlo, nei cui locali sono stati rivenuti e sequestrati beni (tessuti e macchinari) per un valore complessivo pari a 400mila euro, che grazie a fittizie interposizioni sono risultare intestate a prestanome ma in realtà riconducibili al napoletano, quale profitto dell’attività criminale. In uno dei locali perquisiti è stata poi rinvenuta, occultata in un sacchetto nero sistemato tra i bancali, una pistola semiautomatica marca Bernardelli calibro 9 con matricola abrasa completa di caricatore con 12 cartucce inserite nonché altre 90 cartucce di diverso calibro. I successivi accertamenti hanno consentito di accertare che l’arma era perfettamente funzionante e frutto di un rapina effettuata nel 2005 in danno di un soggetto residente nell’hinterland napoletano. Il lavoro degli investigatori, poi, ha consentito di accertare altri tre casi di usura in danno di ulteriori imprenditori pratesi operanti nel settore immobiliare e tessile ai quali erano stati concessi prestiti a tassi di oltre il 150% annuo. Alla luce di tutto questo il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di usura, ricettazione e detenzione illegale di armi. Ordinanza che è stata notificata al 36enne, ancora detenuto in carcere.