Fu travolta dal crollo del muro di recinzione di villa Peragallo, sepolta da pietre e massi pesantissimi che invasero un lungo tratto di via Dietro Poggio a Calenzano. Una vasta porzione di muro lunga 60 metri e alta due e mezzo che prese in pieno e uccise Federica Pastacaldi, 49 anni, sposata e madre di una ragazza. Era la mattina del 5 ottobre 2021. La donna, che abitava poco distante da quella strada di campagna, tutte le mattine usciva per la passeggiata e quel giorno fu l’ultima volta. “Non la vidi rientrare all’ora consueta e le telefonai – racconta il marito, Marco Talini – una serie di telefonate senza risposta fin quando una voce mi disse che a rispondere era il pronto soccorso, che mia moglie era rimasta sotto un muro crollato, che era in condizioni gravissime, che dovevo correre perché la situazione era davvero molto critica. Io non capivo e dicevo che non era possibile, che mia moglie era andata a camminare in campagna e la risposta a ogni mia parola era di correre subito in ospedale”. Federica Pastacaldi morì dopo poche ore: inutile ogni tentativo di salvarle la vita.
La procura di Prato aprì un’inchiesta per fare luce sul crollo del muro (privato) e sulla morte della donna che si trovava sulla strada (pubblica). L’area fu posta sotto sequestro. Indagati a vario titolo per omicidio colposo e crollo di edificio l’allora sindaco di Calenzano, due tecnici comunali e la proprietà della villa. A gennaio 2025 la vicenda approderà davanti al giudice delle udienze preliminari. Si poteva evitare la tragedia? Perché il muro si frantumò? C’erano segnali di un rischio concreto di cedimento?
“Due famiglie completamente distrutte – racconta Talini – mia moglie era figlia unica, viveva per nostra figlia, per me e per i suoi genitori. Sono passati più di tre anni, io rivivo la tragedia ogni mattina appena mi sveglio. Dopo una prima telefonata del sindaco, nessuno più si è fatto vivo anche solo per chiedere come stavamo. Aspettiamo giustizia, aspettiamo che qualcuno ci dica di chi sono le responsabilità maggiori”.
A più di tre anni dalla morte di Federica Pastacaldi, il perimetro della villa non è stato ricostruito e la proprietà privata è delimitata da una recinzione da cantiere. Delusione e rabbia. “Come sempre succede – le parole del marito della vittima – ci vuole il morto per risolvere i problemi: in questa zona, dopo quello che è successo a mia moglie, sono stati puntellati i muri che presentavano qualche problema. Grande rabbia, tanta rabbia per quello che è successo e per come ci hanno abbandonato”.
Uccisa dal crollo del muro di recinzione di una villa. A gennaio al via il processo a Prato. La famiglia: “Siamo stati abbandonati”
Il cedimento di una vasta porzione di muro perimetrale investì in pieno Federica Pastacaldi, 49 anni. La donna stava facendo la sua consueta passeggiata mattutina. Indagati accusati a vario titolo di omicidio colposo e crollo di edificio
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