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Truffa sull’asse Prato – Roma – Tirana: nella rete del finto esperto di finanza aziendale anche due imprenditori pratesi


La vicenda risale


Nadia Tarantino


Avrebbe messo in piedi una truffa spacciandosi per un consulente di impresa a capo di una società  di intermediazione creditizia con solidi rapporti con diverse banche, in particolare con una albanese. Un ruolo e un titolo fittizio che, sostiene l’accusa, avrebbe indotto in errore alcuni imprenditori convinti che pagando un anticipo per l’intermediazione, sarebbero riusciti a ottenere ingenti liquidità. Nella rete un affarista romano di 64 anni, Andrea Munno, coinvolto in diverse vicende giudiziarie e il cui nome compare anche nelle carte dell’inchiesta Mafia capitale, anche due imprenditori pratesi che avrebbero versato complessivamente quasi 70mila euro per avvalersi delle competenze e conoscenze dell’uomo. Tra i presunti truffati anche una coppia veneta interessata a incamerare soldi per l’acquisto di una casa. Oggi, lunedì 8 luglio, davanti alla quarta Sezione del tribunale di Roma, l’inizio del processo per truffa continuata. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2020 e il 2022. A fare da ponte tra Munno e gli imprenditori era un broker che, come ha ricostruito l’inchiesta, non conosceva le intenzioni truffaldine. L’imputato – così spiega il capo di imputazione – si presentava come titolare di una società con un fatturato di 2 milioni e mezzo e crediti verso una banca di Tirana nonostante l’ultimo bilancio risalisse al 2017 e l’attività fosse da tempo interrotta, oltre che millantare redditi annui superiori al milione e mezzo nonostante l’assenza di dichiarazioni dei redditi. Non solo: il broker, evidentemente, aveva preso informazioni e quando all’imputato chiese conto dei suoi guai giudiziari, quest’ultimo – stando sempre all’accusa – lo avrebbe rassicurato dicendogli che quel personaggio altro non era che un suo omonimo. Le imprese interessate ad ottenere fiducia e soldi dalla banca albanese, sarebbero state convinte a costituire NewCo di diritto albanese così da fornire garanzie creditizie. Tutto questo tramite un contratto tra mandante (imprenditore) e mandatario (imputato) con il versamento di somme a titolo di anticipo.
Gli imprenditori pratesi si sono costituiti parte civile; uno di loro, che reclamò inutilmente la restituzione di 30mila euro quando la pratica non andò a buon fine e la linea di credito non si aprì, è assistito dall’avvocato Michele Giacco. In un primo momento, a fronte delle richieste di rientrare in possesso dei suoi soldi, l’imprenditore avrebbe ricevuto come risposta una serie di conforti sul fatto che nulla sarebbe andato perso e che c’erano da sistemare questioni tecniche e burocratiche, poi il silenzio e, da lì, la decisione di presentare querela. (nt)

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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