Sono finite nel peggiore dei modi anche le ricerche di Claudio Dreoni, l’uomo di 54 anni scomparso sabato 26 aprile, quando si era allontanato da casa in cerca di funghi (leggi). Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato, verso le 16 di oggi, 29 aprile, nei boschi dell’Alpe di Cavarzano, nel comune di Vernio, dove da giorni si erano concentrate le ricerche coordinate dalla Prefettura che aveva subito attivato il cosiddetto “piano provinciale speditivo di ricerca”.
A trovare il corpo sono state proprio le squadre di soccorritori guidate sul posto dai vigili del fuoco (che avevano aperto un posto di comando avanzato) e che insieme ai carabinieri e al dispositivo della protezione civile guidavano le squadre di ricerca che fin dall’inizio si erano concentrate proprio in quella zona, dopo il ritrovamento della macchina dell’uomo. Il corpo senza vita infatti non era molto distante, ma si trovava in una zona particolarmente impervia. Dai primi accertamenti sembra che la morte possa essere stata causata da un malore.
In questi giorni difficili, la famiglia è stata sempre presente sul posto delle ricerche ed è stata ospitata nel palazzo comunale di Vernio. Per cercare di localizzare il 54enne, i boschi sono stati battuti palmo a palmo dalle squadre di soccorritori con i vigili del fuoco che hanno anche utilizzato cani molecolari, droni e telecamere termiche oltre all’elicottero Drago. Imponente il dispositivo messo in campo: oltre a vigili del fuoco con rinforzi dalle province vicine, guardia di finanza e carabinieri, con l’intervento anche dei forestali, hanno operato le squadre dei volontari di protezione civile dei Comuni di Prato e di Vernio, l’associazione Carabinieri in congedo della Val di Bisenzio, personale della Croce Rossa Italiana e della Misericordia di Vernio, della Vab della Val di Bisenzio, del Gruppo Cacciatori di San Quirico e di Montepiano, nonché personale volontario della Pro Loco di Cavarzano.
Dopo l’autorizzazione del magistrato di turno, il corpo è stato rimosso dai vigili del fuoco specialisti Saf e dai volontari del Soccorso alpino.
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