Quasi 600 aziende controllate, oltre 400 denunce, decine di evasori tra totali e paratotali e verifiche sui fondi Pnrr. Corposo il bilancio degli ultimi diciassette mesi di lavoro della Guardia di finanza di Prato. In occasione dei festeggiamenti per i 250 anni della fondazione del Corpo, le fiamme gialle pratesi hanno tracciato un bilancio operativo delle attività svolte nel 2023 e nei primi cinque mesi del 2024. Prato, da anni intrappolata in una fitta rete di illegalità legata al settore tessile e non solo, registra numeri preoccupanti. Sul territorio pratese, durante il 2023, il lavoro della Finanza si è concentrato su quei soggetti ritenuti “profili di rischio” per la reiterazione e le modalità di lavoro, concentrando le proprie attività nel contrasto agli illeciti riguardanti frodi ed evasioni fiscali. In linea con le direttive impartite dai vertici nazionali, il rispetto delle regole della concorrenza e del mercato, il lavoro dei militari si è focalizzato sulle diverse tipologie di illegalità che minano il distretto pratese. Per quanto riguarda i reati del comparto fiscale e tributario, sono stati effettuati 597 controlli in altrettante aziende in seguito ai quali sono stati scoperti 31 evasori completamente sconosciuti al fisco e 11 paratotali. Sono 412 le denunce per evasione e reati fiscali e 3 per caporalato. E a proposito di lavoro, la Guardia di finanza ha individuato 396 operai non in regola. In totale, negli ultimi diciassette mesi, su circa 600 aziende controllate sono state avanzate proposte di chiusura per oltre 250 partite iva delle quali 119 già chiuse d’ufficio perché fittiziamente operative nel settore manifatturiero del tessile, nel settore immobiliare, commerciale e dei servizi. Il solito, e ormai consolidato, meccanismo ‘apri e chiudi’ che ogni anno permette di massimizzare i profitti consentendo agli evasori di dimezzare i costi di struttura. Occhi puntati anche sui fondi Pnrr: 74 i controlli a persone fisiche e imprese che hanno portato a tre denunce per indebita richiesta di erogazione dei fondi per un complessivo di oltre 200mila euro. Tredici, invece, i controlli doganali effettuati sulle merci contraffatte o in violazione delle norme di sicurezza introdotte sul territorio nazionale evadendo le tasse d’imposta.
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