Un volo nel vuoto dal tetto del capannone industriale della piattaforma ecologica ‘maciste’, nel complesso del Cis di Montale, vicino all’inceneritore. Una caduta da nove metri di altezza che non lasciò scampo a Salvatore Bennardo, imprenditore edile di 47 anni, pratese. Ieri, martedì 13 novembre, a sette anni di distanza dall’incidente mortale, il tribunale di Pistoia ha condannato tre persone accusate di omicidio colposo. Tre anni di reclusione ciascuno all’allora direttore generale del Cis Alfredo Perruccio, al dirigente Graziano Tesi e al dipendente Maurizio Capocci, difesi rispettivamente dagli avvocati Cecilia Turco, Giuseppe Castelli e Andrea Niccolai. La moglie e i due figli della vittima, costituiti parte civile e assistiti dall’avvocato Luca Brachi, riceveranno una provvisionale di centomila euro a testa in attesa che in sede civile venga stabilito l’ammontare del risarcimento. L’azienda è entrata nel processo in qualità di responsabile civile, assistita dall’avvocato Panelli.
La morte di Salvatore Bennardo risale al 12 settembre 2011. L’imprenditore salì sul tetto del capannone per valutare alcuni lavori da fare per la riparazione della copertura e poter così presentare un preventivo. Improvvisamente il cedimento del lucernario e la caduta nel vuoto. Inutili i soccorsi.
Il processo si era aperto nel 2017 dopo il rinvio a giudizio dei tre imputati un anno prima. Secondo l’accusa, i tre, ognuno per il proprio ruolo e la propria competenza, non fornirono informazioni sui rischi e sulle protezioni da adottare e non vigilarono sulle modalità di intervento e sull’operato dell’imprenditore.
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