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Tre cittadini stranieri sono stati arrestati dalla polizia di Pistoia, nella serata di ieri 5 novembre al termine di indagini iniziate a luglio, in flagranza del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Inoltre sono stati sequestrati quattro furgoni che servivano per trasportare la manodopera, che veniva retribuita con circa 4 euro effettivi, sui luoghi di lavoro: vigneti e uliveti situati nelle province di Pistoia, Prato, Firenze, Siena, Lucca, Arezzo e Pisa.
Sempre nell'ambito della stessa operazione, stamani, precisa una nota della questura, sono state eseguite perquisizioni in due studi commerciali di Pistoia in uso a un consulente del lavoro, anch'egli denunciato in stato di libertà per lo stesso reato. Infine, sono stati denunciate in stato di libertà altre tre persone, due cittadini stranieri e un italiano che partecipavano all'attività illecita. Parte dei braccianti viaggiano in condizioni di pericolo, seduti a terra sul cassone posteriore in metallo di un autocarro e rinchiusi con un telo in pvc.
"I braccianti venivano reclutati in tutta la provincia di Pistoia ma anche su Prato – ha spiegato in conferenza stampa il dirigente della squadra mobile di Pistoia Antonio Fusco -. Si tratta di cittadini africani con permesso di soggiorno per motivi umanitari, che accettavano condizioni di sfruttamento sia sotto il profilo della retribuzione, ma anche soprattutto delle condizioni lavorative".
Qualcuno di loro ha riferito agli investigatori che, mentre erano intenti a raccogliere l'uva, non gli veniva data neppure l'acqua da bere.
I braccianti venivano caricati sui furgoni alle prime luci dell'alba lungo la strada: a Prato nella zona di via Fiorentina e a Pistoia, soprattutto nel comune di Montale e via via lungo il percorso. Quindi venivano trasportati nelle varie province toscane dove era stato richiesto il loro lavoro.
Edizioni locali: Prato