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Tragica volata, patteggiano i responsabili della corsa nella quale è morto Giovanni Iannelli


Otto mesi di inibizione per il presidente del Gs Bassa Valle Scrivia e per il direttore e vicedirettore di corsa, censura con ammenda di mille euro per la società organizzatrice. Accertate irregolarità nel posizionamento delle transenne a protezione della strada. La tragedia un anno fa a pochi metri dall'arrivo dell'87° Circuito Molinese a Molino dei Torti, in provincia di Alessandria. Il giovane ciclista finì contro il pilastro di un cancello


Redazione


Otto mesi di inibizione per il presidente del Gruppo sportivo Bassa Valle Scrivia Asd e per il direttore e il vicedirettore di corsa, e censura con ammenda di mille euro per la società Gs Bassa Valle Scrivia. Sono le pene patteggiate ieri, mercoledì 14 ottobre, davanti al tribunale federale del ciclismo per la morte di Giovanni Iannelli, il ventiduenne della Hato Green Tea Beer Cipriani e Gestri di San Giusto deceduto il 7 ottobre 2019 in seguito alle gravissime lesioni riportate due giorni prima cadendo nella volata a pochi metri dall'arrivo dell'87° Circuito Molinese a Molino dei Torti, nell'alessandrino.
La sentenza di inibizione è stata pronunciata per Ennio Ferrari, presidente della società che organizzò la gara regionale per categoria Elite under 23, e per Danilo Massocchi e Francesco Dottore, rispettivamente direttore e vice direttore di corsa, tutti difesi dall'avvocato Gaia Campus. Al primo la procura aveva contestato di non aver messo a disposizione un numero di transenne sufficiente a proteggere il percorso nei cento metri precedenti e nei 50 successivi alla linea di arrivo. “Ometteva di acquistare – si legge nelle carte – un numero di transenne idoneo a garantire il rispetto della distanza e mettendone a disposizione solo 100 di due metri ciascuna di lunghezza. Ometteva, inoltre, di far posizionare le transenne in conformità a quanto imposto dal Regolamento tecnico settore strada”.
Agli altri due chiamati a rispondere davanti ai giudici, è stato contestato di non aver verificato la misura del transennamento.
Giovanni Iannelli, figlio dell'avvocato pratese Carlo, noto dirigente di ciclismo che per anni ha rivestito la carica di presidente della Ciclistica pratese 1927, morì dopo due giorni di agonia per le ferite riportate alla testa; cadendo, il giovane andò a sbattere contro il pilastro di un cancello a lato della carreggiata. Immediati i soccorsi ma troppo gravi le lesioni riportate dal ciclista, trasportato con l'elisoccorso all'ospedale di Alessandria.
Non si dà pace e continua a combattere per avere giustizia Carlo Iannelli: “Un pronunciamento che non mi sorprende affatto, già a marzo avevo prefigurato quello che è avvenuto ieri, mi sono opposto con tutte le mie forze al patteggiamento che invece è stato concesso”.
Iannelli il 22 ottobre sarà ricevuto al Quirinale da un consigliere del presidente della Repubblica a cui rappresenterà tutta la questione così come ha fatto ripetutamente scrivendo 'a tutti e a tutto'. “Qualcuno mi ha riposto per fortuna – il suo commento – lo ha fatto il ministro Spadafora, lo ha fatto il presidente della Camera Fico, lo ha fatto il senatore Nencini che ha presentato un'interrogazione a risposta scritta al ministro della Giustizia Bonafede sull'operato degli organi di giustizia ordinari e sportivi che si sono occupati del caso”.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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