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Tragedia Calenzano, l’esplosione si è innescata alla pensilina 6. Uno degli operatori è riuscito a far scattare il sistema di allarme subito prima dello scoppio


La Procura sta ricostruendo i momenti che hanno portato alla terribile deflagrazione. Nel team di periti anche due esperti che si sono occupati delle stragi mafiose di Capaci e del '92 e '93. L'intero impianto industriale è attualmente sottoposto a sequestro, da valutare anche la congruità dello posizione dello stabilimento in un'area densamente popolata


Claudio Vannacci


La devastante esplosione che ieri ha seminato morte e distruzione nel deposito Eni di Calenzano si è innescata alla pensilina numero 6, mentre erano in corso le operazioni di carico carburante su un’autocisterna. E uno degli operatori si è accorto del pericolo, al punto che ha fatto scattare il sistema di allarme. Purtroppo ormai era troppo tardi.
E’ quanto emerge dalle prime risultanze dell’inchiesta che la procura di Prato ha aperto sulla tragedia. Il bilancio, a questo punto, numericamente può dirsi definitivo con cinque persone decedute, due ricoverate a Cisanello in gravissime condizioni con ustioni su gran parte del corpo e gli altri feriti via via dimessi dagli ospedali, ad eccezione di uno ricoverato in terapia subintensiva a Careggi. Le vittime – sia morti sia feriti gravi – erano sia autisti delle cisterne che in quel momento stavano effettuando il carico (in totale 5) sia tecnici manutentori di una ditta esterna ad Eni.
L’attenzione degli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli, al momento è concentrata sul ricostruire la dinamica che ha portato all’esplosione. Localizzato il punto di partenza, bisognerà capire dove sia avvenuta la perdita che ha originato la nube di vapori, cosa abbia provocato la scintilla che ha innescato lo scoppio e le modalità con cui si è propagata l’esplosione. L’ipotesi è che da qualche parte nella catena di rifornimento si sia verificato un malfunzionamento. Dove e perché dovrà dirlo il team di periti incaricato dalla Procura. Tra loro anche due dei maggiori esperti di esplosivistica italiani: Renzo Cabrino e Roberto Vassale, entrambi autori delle perizie sulla strage di Capaci e su quelle mafiose del ’92 e ’93.
Intanto per l’area Eni si prospetta un lungo periodo di chiusura. Il sequestro disposto dalla Procura servirà infatti non solo ad accertare le cause dello scoppio e verificare la sicurezza delle procedure utilizzate nell’impianto, ma anche a stabilire la congruità di un’installazione come quella all’interno di un’area densamente abitata come è quella tra Calenzano e Campi Bisenzio.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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