E’ una città segnata dal lutto, dal dolore e dall’apprensione di ore passate a sperare che i soccorritori vincessero la difficile battaglia contro il fuoco. A 24 ore dalla tragedia al poligono di Galceti, costata la vita al direttore di tiro Gabriele Paoli, 67 anni, e al socio e frequentatore Alessio Lascialfari, 66, e con una terza persona, l’istruttore Leandro De Simone, 46 anni, ricoverato al Centro ustionati di Pisa con gravi ferite sul 35 per cento del corpo, il lavoro dei vigili del fuoco, dell’Antincendio boschivo della Regione Toscana, dei volontari arrivati anche da fuori provincia, della polizia va avanti senza sosta. I fronti aperti sono due: da una parte le indagini sull’incendio partito, secondo la prima ricostruzione, nell’area della linea di tiro dei cinquanta metri, dall’altra la bonifica dei boschi del Monteferrato sfiorati dal fuoco e le operazioni di soffocamento degli ultimi focolai. Otto gli ettari percorsi dalle fiamme. Il bilancio è pesante, anzi pesantissimo.
La città è sotto choc. La sindaca, Ilaria Bugetti, ha proclamato il lutto cittadino; lunedì le bandiere saranno esposte a mezz’asta e listate a lutto e l’invito ai pratesi è di rispettare un minuto di silenzio alle 16.30 in memoria delle vittime e come segno di vicinanza alle loro famiglie.
La procura, intanto, ha aperto un’inchiesta per fare luce sulle cause del rogo che dal poligono si è esteso al bosco. Omicidio colposo plurimo e incendio le ipotesi di reato. “Nominato – si legge in un comunicato – un consulente tecnico per accertare le cause dell’incendio (già oggi ha fatto il primo sopralluogo), e un altro consulente per accertare le cause della morte delle vittime e la tipologia delle lesioni riportate dalla persona sopravvissuta”.
Un paio le persone che sono riuscite a mettersi in salvo e che sono state già sentite dagli inquirenti. Di certo c’è poco ad ora. Gabriele Paoli che, come spiega la procura, “rivestiva il ruolo di direttore dei tiri, soggetto abilitato a guidare e a istruire coloro che sparano”, avrebbe tentato di spegnere il rogo con l’estintore e lo stesso avrebbe fatto l’altra vittima: una manovra che è risultata fatale. Le linee di tiro sono separate dagli uffici da uno spesso muro di contenimento, costruito dopo un altro incendio divampato esattamente 18 anni fa – luglio 2006 – nel quale rimase vittima l’armiere, Edo Carlesi, morto dopo un mese e mezzo di agonia. In precedenza c’era una vetrata, poi, quando si parlò di riapertura, fu prescritta la parete per una maggiore sicurezza e per dotare l’impianto di un elemento in grado di respingere il fuoco e dare riparo in caso di incidenti.
L’amministrazione comunale ha subito messo in moto il sistema di protezione civile che dal pomeriggio di ieri e per tutta la notte e tutta la mattina di oggi, ha fornito supporto logistico alle squadre di intervento e di soccorso. Tre gli elicotteri del servizio antincendio regionale che hanno sorvolato per ore i cieli del Monteferrato prelevando acqua dai laghetti della zona e scaricandola sul rogo. Grande il timore che il vento potesse alimentare e spingere ulteriormente il fuoco: solo alle 1.40 è stata superata la fase più critica. Ancora nel pomeriggio, erano una decina le squadre di intervento impegnate nelle operazioni di bonifica, raffreddamento e monitoraggio della zona boschiva. Il parco di Galceti, chiuso con una ordinanza sindacale, riaprirà quando le condizioni torneranno alla completa normalità. Via di Galceti, invece, è stata riaperta al transito già stamattina. Il tiro a segno ‘nazionale’ di Galceti ricade sotto il Dipartimento di artiglieria del ministero della Difesa e, una volta che la struttura tornerà disponibile, ogni decisione circa la riapertura passerà da quegli uffici. Si prospetterebbero già due ordini di problemi: uno di natura economica e l’altro di localizzazione dal momento che il poligono è inserito in mezzo ad un contesto in parte residenziale e alle pendici di un’area protetta e di grande pregio ambientale. (nt)
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