Traffico di droga, dieci arresti tra Toscana e Umbria. La rete di spaccio attiva anche a Prato

Anche Prato tra le città finite nell’inchiesta della procura di Pistoia denominata Longbridge che all’alba di oggi, martedì 3 settembre, ha portato in carcere 6 persone e altre 4 ai domiciliari con braccialetto elettronico, per traffico e detenzione di droga. Gli indagati sono italiani e albanesi. Le misure di custodia cautelare, chieste e ottenute dalla procura di Pistoia, sono state firmate dal giudice delle indagini preliminari e notificate dalla polizia. In azione le squadre mobili di Pistoia, Prato, Pisa, Livorno e Perugia, i centri nei quali, stando alle indagini, avrebbe operato il sodalizio smantellato stamani. Sul registro delle notizie di reato sono finite altre sei persone, a carico delle quali è stato emesso un provvedimento di obbligo di dimora. Numerose le perquisizioni che hanno impegnato gli agenti delle questure delle cinque città.
L’inchiesta è partita a luglio 2023 ed è andata avanti fino allo scorso gennaio. Pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, video: una indagine tradizionale che ha permesso di ricostruire i rapporti tra gli indagati, definirne i ruoli e mettere insieme tutti gli elementi utili a poter chiedere gli arresti.
Nel corso dei mesi di indagine, sono stati tre gli arresti in flagranza di reato e due le denunce per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti; sequestrati in tutto un chilo e 200 grammi di cocaina, quasi sette di hashish, una pistola scacciacani modificata e trasformata in un’arma da guerra e venti cartucce. La pistola fu trovata nella disponibilità di un italiano di 26 anni, arrestato per detenzione dell’arma (risultata poi clandestina) e ricettazione della stessa.
Tra le persone finite in manette anche un albanese di 40 anni, ricercato a livello internazionale, arrestato dalla squadra mobile di Pistoia; l’uomo fu poi estradato in Svizzera dove, come in Italia, era accusato della cessione di cocaina e eroina.
I sei indagati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere sono stati rinchiusi alla Dogaia in attesa dell’interrogatorio di garanzia.