Le pesanti attenzioni del padre con la consapevolezza della madre alla base del tentativo di suicidio di una ragazza pakistana che nell'estate di due anni fa si buttò dalla finestra per sottrarsi all'inferno familiare. I suoi genitori sono attualmente a processo con l'accusa di violenza sessuale. Il padre è in carcere da oltre un anno e mezzo, la madre è libera e la giovane, oggi quindicenne, vive in una struttura protetta su disposizione del tribunale per i minorenni. Una storia di degrado andata avanti per anni e tenuta riservata dalla procura perché particolarmente delicata e anche perché la piccola starebbe ancora adesso sopportando le pressioni della madre che la incolpa di aver rovinato la famiglia. A mettere in moto l'inchiesta, condotta dal sostituto Laura Canovai, fu la segnalazione degli operatori dei Servizi sociali intervenuti in seguito ai gesti di autolesionismo della ragazzina poi sfociati nel tentativo di suicidio. La bambina è stata a lungo ricoverata per le gravi lesioni riportate e, una volta dimessa, affidata ad una struttura nella speranza di un ritorno ad una vita normale. L'inchiesta ha ricostruito che per anni la ragazzina è stata costretta a subire atti sessuali di vario genere e gravità messi in atto dal padre con il concorso morale della madre. Nei prossimi mesi ci sarà la sentenza. Oggi, sabato 26 gennaio, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario, il caso è stato portato alla ribalta dal procuratore Giuseppe Nicolosi che lo ha incluso nell'elenco di quelli più delicati affrontati dal suo ufficio.
Tentò il suicidio per sfuggire alle violenze del padre, a processo anche la mamma
Il fatto risale all'estate del 2017. La ragazzina, oggi quindicenne, si buttò dalla finestra stanca di subire atti sessuali dal genitore, poi arrestato. La madre, secondo gli investigatori, era consapevole di quanto avveniva. Il processo alla coppia è in corso
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