Otto sostituti su 9 previsti e 13 viceprocuratori onorari su 16 attesi. Lo scostamento non è da evidenziatore se non fosse che la mole di lavoro costringe i singoli ad una super produttività che si scontra però con altri numeri, quelli degli amministrativi: su 33 previsti, in servizio ce ne sono 23 tra i quali un part-time, 4 beneficiari di legge 104, 2 in permesso. E’ questo il quadro della procura di Prato: niente di nuovo, si potrebbe dire, perché è lo stesso degli anni passati con un aggravio in più dovuto al fatto che dal 5 maggio scorso è scoperto il posto di procuratore con il ruolo affidato, in forma di facente funzione, al sostituto Laura Canovai. Ed è proprio lei, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario, a firmare una relazione durissima contro la carenza degli organici. “L’amministrazione della giustizia nel circondario di Prato soffre della pressoché totale assenza di decisioni da parte del ministero della Giustizia – scrive – ministero che, nonostante le allarmate richieste, le relazioni, le delegazioni di forze politiche e sociali, gli appelli e le segnalazioni degli organi istituzionali, non ha mai provveduto all’adeguamento degli organici del personale amministrativo che ancora oggi appare significativamente insufficiente ed inadeguato al bisogno”. Parole precise quanto taglienti, chiare quanto aguzze.
“Non appare ammissibile che il ministero della Giustizia – continua il procuratore facente funzione – non provveda a sanare le vistose discrepanze indicate dalla sottoscritta e dai suoi predecessori. Prato è una realtà etno-antropologica tanto specifica da essere oggetto di attenzioni anche da parte della stampa internazionale, capitale italiana dell’immigrazione con le sue 119 etnie tra le quali spicca quella cinese che, numericamente, è seconda solo a Parigi: non è possibile accettare che in Toscana si siano uffici di procure con un numero di magistrati inferiore a quello di Prato ma con un supporto amministrativo di gran lunga superiore e ciò senza che nessuno intervenga a tutela dei dipendenti e della dignità degli utenti”.
Inutile avere tanti magistrati che macinano tanto, tantissimo lavoro (nel 2015 si contavano 14mila fascicoli pendenti, oggi appena 4.600 dei quali oltre 2.300 in attesa della prima udienza), se poi non ci sono gli amministrativi, figure indispensabili. “Pur essendosi l’impegno preventivo e repressivo dello Stato acuito e affinato – scrive Canovai – il sottodimensionamento degli organici del personale amministrativo rischia di creare una insuperabile strettoia nella quale l’aumentata mole di notizie di reato e la conseguente elaborazione e definizione accusatoria, non è in grado di incontrare il tempestivo vaglio giurisdizionale”.
Quanto ad amministrativi, se la procura sta male, il tribunale sta pure peggio. Ad oggi tra l’esercizio dell’azione penale (procura) e la prima udienza dibattimentale (tribunale) passano in media 510 giorni e la parentesi è destinata ad ampliarsi con la riforma Cartabia che ha introdotto un passaggio intermedio: l’udienza predibattimentale.
Tornando ai numeri, in procura la carenza raggiunge il 100 per cento se si parla di dirigenti amministrativi e conducenti di automezzi, e il 67 per cento se si parla di cancellieri esperti.
nadia tarantino
