Per l'esame dei tamponi avrebbero usato un reagente non conforme a quello previsto dal contratto stipulato con la Asl Toscana centro e con le altre Asl toscane e per questo il legale rappresentante e il direttore di un laboratorio di analisi cliniche con sede a Firenze, riconducibile ad una società attiva nel settore della diagnostica, sono stati interdetti: il primo dalla possibilità di concludere contratti con la pubblica amministrazione e il secondo dall'esercizio della professione di direttore del laboratorio. I provvedimenti sono stati emessi dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, su richiesta della procura che ha aperto un'inchiesta sulla capacità del laboratorio di effettuare test per il Covid durante il lockdown nonostante la carenza del reagente necessario a processare i tamponi. Le indagini, affidate al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Firenze, avrebbero accertato che il reagente utilizzato, a dispetto di quanto previsto dal contratto, non era validato con marchio Ce ma destinato esclusivamente ai fini di ricerca. Il risultato dei tamponi – tremila al giorno nel periodo aprile-luglio, valore dell'appalto 10 milioni di euro – non sarebbe stato falsato. I consulenti incaricati dalla procura di verificare il risultato degli esami, avrebbero confermato che gli esiti positivi e negativi rispondevano alla realtà delle condizioni di salute dei pazienti. L'irregolarità contestata, dunque, è solo contrattuale per aver fornito prestazioni non in linea con i termini del contratto. A spingere la Asl Toscana centro e le altre ad esternalizzare il servizio era stata la difficoltà a reperire il reagente necessario all'esame dei tamponi. La facilità con cui il laboratorio finito sotto inchiesta processava tutti i giorni le migliaia di tamponi ha convinto gli investigatori a verificare l'esatta rispondenza tra quanto chiesto dalle aziende sanitarie e quanto fatto dagli affidatari del servizio.
Tamponi fatti con reagente non a norma, interdetto laboratorio di analisi
Inchiesta della procura di Firenze. Il laboratorio aveva stipulato contratti con le Asl toscane per processare 3mila tamponi al giorno tra aprile e luglio. 10 milioni il valore degli affidamenti. Destinatari del provvedimento di interdizione il legale rappresentante e il direttore. I test non sono stati falsati ma è stato utilizzato un reagente usato per fini di ricerca
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