Un detenuto di 27 anni si è suicidato nel carcere della Dogaia. Il giovane è stato trovato agonizzante intorno alle 19 di ieri, sabato 27 luglio, da uno degli agenti impegnati nella vigilanza e nel controllo del reparto di ‘media sicurezza’. Troppo gravi le condizioni del detenuto che è morto poco dopo l’arrivo all’ospedale Santo Stefano. Si allunga l’elenco dei suicidi nelle carceri italiane. Una scia di morte che sembra inarrestabile. Il 27enne si è impiccato usando una corda rudimentale. Il compagno di cella, nei momenti in cui si è consumata la tragedia, era impegnato in attività e dunque il detenuto era solo. Il suicida è lo stesso che qualche mese fa non aveva fatto rientro alla Dogaia dopo aver usufruito di un permesso; era stato rintracciato e arrestato dopo alcuni giorni e denunciato per evasione. Pluripregiudicato per svariati reati, tra cui furto e rapina, avrebbe finito di scontare la pena nel 2032. Sposato e con figli, il detenuto proveniva da Viareggio. Si tratta del secondo suicidio dall’inizio dell’anno nella casa circondariale di Prato e del terzo negli ultimi otto mesi. “È un fatto lacerante che ci invita tutti a riflettere e ad agire – il commento dell’onorevole Erica Mazzetti (Forza Italia) – la pena non può inficiare la dignità umana. Dobbiamo andare avanti con le proposte politiche in Parlamento affinché le carceri non siano più un non-luogo e i detenuti delle persone meno persone degli altri. Ovviamente si deve fare di più anche per tutti coloro che operano nelle carceri e garantiscono la sicurezza spesso in condizioni estreme”. Nella serata di venerdì, alla Dogaia era scoppiato nuovamente il caos con una rivolta da parte dei detenuti. Decisivo l’immediato intervento della polizia penitenziaria che ha evitato che la situazione degenerasse provocando scontri.
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