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Spedizioni punitive e vigilanza ‘fai da te’, maxi operazione della polizia contro il Cervo Bianco


Nove indagati nell'inchiesta sui raid punitivi contro magrebini e rom. La squadra mobile ha compiuto perquisizioni in un'azienda del Macrolotto, in diverse abitazioni e nella sede dell'associazione che nei mesi scorsi è scesa in piazza per invocare legalità e sicurezza. Tra gli indagati tre nomi di spicco. Le accuse: associazione per delinquere e commissione di atti violenti per motivi razziali


Redazione


Mazze da baseball e bastoni di ferro per dare la caccia a magrebini e rom. Raid punitivi dettati solo dall'odio razziale. Vittime picchiate a sangue, ridotte in fin di vita: almeno sei gli episodi dall'inizio dell'anno compiuti nel centro e nelle periferie di Prato, autorizzati, secondo l'ipotesi della procura, dal vertice dell'associazione Cervo Bianco. Nove gli indagati dell'inchiesta coordinata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli che ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere e commissione di atti violenti per motivi razziali. All'alba di oggi, venerdì primo luglio, la squadra mobile diretta da Francesco Nannucci ha effettuato perquisizioni in un'azienda di via Gora del Pero, in diverse abitazioni e nella sede del Cervo Bianco. Tra gli indagati il referente dell'associazione Ye Jiandong detto Jack attualmente in regime di semilibertà per una condanna a 18 anni per omicidio, il portavoce Stefano Jiang coinvolto nell'inchiesta Permessopoli e Jacopo Hsiang, arrestato un mese fa nell'ambito dell'inchiesta su droga e prostitute in due circoli ricreativi (LEGGI). L'inchiesta di oggi è una costola di quella che ha portato in carcere Hsiang e – parole del procuratore capo Giuseppe Nicolosi – “prescinde dai fatti accaduti nei giorni scorsi a Sesto Fiorentino dove c'è stata la rivolta da parte di un migliaio di cinesi ai controlli della Asl nei capannoni della zona” (LEGGI). Vicende distinte che hanno come unico collegamento il fatto che l'associazione Cervo Bianco e in particolare il suo referente avrebbero mobilitato un numero consistente di cinesi di Prato che ha manifestato prima a Sesto Fiorentino e poi davanti al Palazzo di giustizia di Firenze. “Per i fatti di Sesto – ha chiarito il procuratore Nicolosi – procede l'autorità giudiziaria di Firenze è un fatto però che il principale indagato della nostra inchiesta di oggi era tra gli arringatori della folla che si è radunata dopo il controllo nell'azienda e davanti al tribunale fiorentino”. L'indagine ha acceso i riflettori sul Cervo Bianco. “L'associazione è risultata avere oltre a finalità lecite – ha detto il procuratore Giuseppe Nicolosi riferendosi alla manifestazione per la legalità organizzata nei mesi scorsi nelle strade del Macrolotto 0 – anche finalità relative a atti di violenza ispirati da ragioni etniche”. Le indagini sono partite nel 2015 e hanno conosciuto un'accelerata nelle ultime settimane, dopo l'arresto di Hsiang che – è convinzione degli investigatori – avrebbe materialmente partecipato alle esecuzioni punitive. Intercettazioni telefoniche hanno consentito di raccogliere elementi tali da portare alla luce la presenza di un “braccio armato” collegato, stando a quanto sostiene l'accusa, all'associazione Cervo Bianco. Picchiatori che organizzavano ronde e raid per punire magrebini e rom, per esercitare un'azione di autotutela da scippi e furti ai danni di cinesi. Vittime scelte a caso come quando a finire in rianimazione sono stati due indiani aggrediti all'esterno del loro ristorante. Le aggressioni non sono state contestate perché al momento non sono state individuate le persone che le hanno di fatto messe in atto. Secondo la procura, sarebbe stato il referente dell'associazione ad autorizzare di volta in volta le ronde. 

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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