Ci sono due indagati nell'inchiesta della procura di Prato sul sito internet falso comparso sul finire della campagna elettorale per le amministrative del 2019 e attribuito a Teresa Lin, la candidata di origine cinese della lista civica del sindaco Biffoni poi eletta consigliere comunale. Sul registro delle notizie di reato, accusati di diffamazione a mezzo stampa e sostituzione di persona, sono finiti due tecnici informatici di 28 e 30 anni, italiano il primo, cinese l'altro, ex soci di una azienda per la costruzione di siti internet dismessa da qualche mese in seguito allo scioglimento della società. Le indagini affidate alla polizia postale sono arrivate al traguardo nei giorni scorsi e nella mattina di ieri, martedì 25 agosto, le abitazioni dei due indagati sono state perquisite contestualmente alla notifica dell'avviso di garanzia. Il sito internet fu pubblicato pochi giorni prima del voto: nelle pagine l'appello al voto e la promesse, a firma di Teresa Lin, ai suoi connazionali di una “interruzione delle ispezioni a sorpresa nelle aziende” per proteggere l'economia del distretto cinese, per salvare gli affari. Messaggi che fecero decollare, ma solo per qualche ora, una campagna elettorale fino a quel momento per nulla trascinante. Il sito fu oscurato quasi subito in seguito alla denuncia presentata in questura da Teresa Lin. Già nei giorni successivi uscì fuori che dietro quella bufala c'era il figlio di una candidata al Consiglio comunale nella lista civica di Marilena Garnier che correva per la carica di sindaco. Ora la conferma: il ventottenne indagato è la persona su cui erano già circolate voci. L'inchiesta, è bene specificarlo a chiare lettere, non coinvolge minimamente nessuna altra persona oltre ai due ex tecnici informatici.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari, gli inquirenti avrebbero trovato una carta di credito che corrisponde a quella registrata per accendere il dominio del sito internet www.teresalin.it. Sequestrati anche supporti informatici che saranno esaminati allo scopo di verificare la presenza di elementi che possano essere ricondotti alla triangolazione tra l'Italia e uno o forse due paesi dell'est messa in piedi per l'apertura del sito. Un sito realizzato – denunciò Teresa Lin alla polizia – saccheggiando la sua pagina Facebook, prelevando foto e contenuti da mescolare con il messaggio sullo stop ai controlli nelle aziende cinesi. L'indagato cinese ha già chiesto di essere sentito e nei prossimi giorni sarà convocato in procura. Le sue dichiarazioni potranno cominciare a fare luce su quello che non è ancora chiaro se sia stato un gioco, uno scherzo decisamente pesante quanto inopportuno, o invece una macchinazione con un movente e soprattutto un mandante.
Sito ‘fake’ a nome di Teresa Lin durante la campagna elettorale del 2019, due indagati
La procura ha notificato gli avvisi di garanzia a due tecnici informatici, uno dei quali figlio di una candidata. Le accuse: diffamazione a mezzo stampa e sostituzione di persona. Il sito fu oscurato subito dopo la denuncia di Lin, poi eletta in Consiglio comunale con la lista civica di Biffoni
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nadia tarantino
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