E’ fissato per la prossima settimana il ritorno dell’Esercito a Prato. Il primo giorno di lavoro dei militari a presidio di zone e punti sensibili quali le stazioni ferroviarie, dovrebbe essere martedì 27 febbraio. Il coordinatore del gruppo arriverà in Prefettura per le presentazioni ufficiali, in occasione della riunione del Cosp, il giorno precedente, lunedì 26 febbraio. Cosp presieduto dal vicario perché ad oggi il Ministero dell’Interno non ha ancora assegnato il nuovo prefetto. La città è senza da quasi un mese, da quando già Adriana Cogode è andata in pensione.
A fare gli onori di casa sarà quindi il vicario accompagnato dai rappresentanti delle autorità civli e militari tra cui il sindaco. Come è noto, sono stati assegnati a Prato 15 dei 6.800 militari inseriti nel progetto Strade sicure di cui 120 destinati alla Toscana. Oltre a Prato sono interessate infatti, Firenze, Pisa, Siena, Grosseto. Per le prime due si tratta di un potenziamento dei contingenti esistenti mentre per le altre, compresa Prato, è un ritorno. La presenza delle mimetiche in città infatti, fu interrotta nel febbraio del 2019 dal governo Conte 1 in cui il ministero dell’Interno era guidato da Matteo Salvini. A cinque anni di distanza, dunque, l’Esercito tornerà in città. Un ripensamento dovuto al lavoro svolto dai parlamentari di centrodestra del territorio. Il loro ruolo sarà di presidio delle zone più complesse. Una fra tutte: la zona del Serraglio. Sarà il Cosp a individuare e programmare le priorità in base alle esigenze che emergeranno di volta in volta.
Il sindaco Matteo Biffoni ribadisce la sua idea: “Bene l’esercito ma se viene applicato il modello Prato ossia prevedendo il suo impiego a presidio di punti critici”. Poi pungola il governo: “Dal 3 febbraio questa città è senza prefetto. Mi pare che non sia una priorità per questo governo. O non gli interessa Prato oppure al ministero interno sanno che questa città è così a posto che non importa avere furia per mandare un prefetto”.
(e.b.)
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