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Sfruttata nella ditta di confezioni, si ribella e fa arrestare i titolari denunciandoli alla polizia


La donna ha raccontato di essere arrivata in Italia con un visto turistico e di essere costretta a lavorare a cottimo sette giorni su sette. Il passaporto era stato preso dagli sfruttatori che l'avevano minacciata di morte quando aveva provato a chiederlo indietro


Claudio Vannacci


E’ stata la denuncia di una donna cinese, sfruttata in un’azienda di Pronto Moda, a far partire l’indagine della Squadra Mobile di Prato che ha portato all’arresto di un uomo e una donna, anche loro di nazionalità cinese, accusati di impiegare lavoratori stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno.
L’operaia sfruttata ha trovato il coraggio di presentarsi alla polizia per raccontare, con dovizia di particolari, la sua situazione. La donna è arrivata in Italia grazie all’opera di un connazionale, che dietro al pagamento di una cifra consistente, le aveva procurato un visto di ingresso per motivi turistici con una validità di quattordici giorni. All’arrivo a Milano, ad attenderla c’erano due connazionali che si sono fatti consegnare il passaporto, per poi accompagnarla a Prato insieme ad altri due connazionali. Qui era stata portata in una ditta di confezioni dove lavorava, insieme ad altri connazionali, sette giorni su sette, senza avere la possibilità di uscire, in quanto, al termine della giornata lavorativa gli operai venivano chiusi all’interno della ditta. La retribuzione era a cottimo. Quando aveva chiesto ai titolari la restituzione del suo passaporto, la donna era stata minacciata di morte.
I poliziotti della Mobile hanno quindi controllato l’azienda, che si trova nei pressi di via Dino Campana, trovando all’interno sette cittadini di nazionalità cinese, di cui cinque privi di regolare permesso di soggiorno, tra cui la donna che aveva sporto denuncia e la zia di questa. Il controllo e la successiva perquisizione consentivano di rinvenire nelle disponibilità dei titolari i passaporti indebitamente trattenuti di cinque soggetti. Mentre in una zona limitrofa ad un soppalco dove era stata installata una cucina di fortuna e dei letti, sono stati trovati i cosiddetti “fogli cottimo”, con sopra scritti i pezzi quotidianamente lavorati dagli operai. Per i titolari è così scattato l’arresto. Arresto durato poche ore perché il giudice delle indagini preliminari, nel corso dell’udienza di convalida, ha deciso per la scarcerazione applicando ad entrambi il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale. I due, difesi dall’avvocato Massimo Mariotti, hanno rilasciato dichiarazioni spontanee ammettendo, sostanzialmente, gli addebiti.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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