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Sfruttamento lavoro, Nicolosi lancia l’allarme: “Coinvolte persone che si rapportano con le istituzioni”


Il procuratore sottolinea il profilo di alto livello di alcuni degli arrestati nell'operazione "Massimo": "Sono persone in vista della comunità cinese". Poi l'appello a rinnovare prima possibile il Patto Lavoro Sicuro: "Senza, queste indagini non si potrebbero fare"


Redazione


“Stiamo parlando di cinesi in vista, di gente che è stata o è ancora protagonista di una rappresentanza esponenziale della comunità e che ci risulta avere avuto rapporti con le istituzioni pratesi”. Non tradisce mai il suo stile fatto di sinteticità e chiarezza il procuratore Giuseppe Nicolosi che parlando dell'ultimo nome di rilievo finito sul registro delle notizie di reato, quello dell'imprenditore She Jinquan, sottolinea un timore: “Ci preoccupa particolarmente perché da una parte queste persone sono state destinate a interloquire con gli ambienti istituzionali, economici e sociali della città, e dall'altra sono le stesse persone che poi praticano in maniera occulta questa modalità criminale di fare impresa”.
Schiva ogni ulteriore commento il procuratore che, a proposito di timori, ne sottolinea un altro che è anche più grosso: il progetto Lavoro sicuro, introdotto dalla Regione Toscana all'indomani della tragedia della confezione Teresa Moda per istituire controlli a tappeto nelle aziende cinesi, è prossimo alla scadenza e di rinnovo, al momento, non se ne parla ancora se non in via ufficiosa. “Per noi è fondamentale il protocollo – le parole di Nicolosi – indagini come quella di oggi non sarebbero mai nate senza l'apporto degli ispettori della Asl. Ci auguriamo che prosegua”.
Un augurio che è anche fattivo: Nicolosi, in prima persona, sta lavorando per mantenere il progetto. “Mi sto adoperando – la sua annotazione – per prorogare e stabilizzare questa importante esperienza, per proseguire una esperienza che ha portato grandi risultati e senza la quale si creerebbe un vuoto che non sarebbe possibile colmare”.
Chiamato direttamente in causa il nuovo presidente della Regione, Eugenio Giani: “Una inchiesta come quella portata a termine oggi rileva un modo sistematico di fare impresa, un fenomeno strutturato che non si può colpire con una semplice indagine. Una semplice indagine colpisce un caso singolo. Spero che il nuovo presidente della Regione voglia proseguire il progetto Lavoro sicuro e continuare a dare collaborazione al lavoro che da anni portiamo avanti con un'azione sinergica qualificata”.

Una prima risposta all'appello del procuratore arriva dal sindaco di Prato Matteo Biffoni che, commentando l'operazione, dice: "Un lavoro di indagine esemplare che nasce nel solco del Piano per il Lavoro sicuro della Regione Toscana e che fa di Prato un punto di riferimento contro lo sfruttamento lavorativo e chi si arricchisce negando la dignità dei lavoratori. A Prato non c'è posto per chi fa impresa sulla pelle delle persone. Il Piano Lavoro sicuro deve continuare visti i risultati che questo tipo di controlli stanno ottenendo e il presidente Giani ne è assolutamente consapevole".
nadia tarantino
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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