Una breccia si sta aprendo nel mondo dei lavoratori sfruttati nelle imprese cinesi del distretto parallelo. Da febbraio già 60 di loro hanno iniziato a collaborare con la magistratura, denunciando le situazioni di illegalità che li vedono vittime. A fare il punto è il procuratore Luca Tescaroli, che proprio a inizio anno aveva rivolto un appello pubblico chiedendo la collaborazione a lavoratori sfruttati di varie etnie (pakistani, cinesi, africani e bengalesi). Chi collabora e dà un contributo alle indagini può usufruire di permessi di soggiorno e di misure speciali di protezione. Dal luglio del 2024 a oggi la Procura della ha già richiesto il rilascio di venti pennessi di soggiorno chiedendo e ottenendo per un gruppo di loro l’applicazione di misure di protezione, disposte dalle competenti autorità di Pubblica Sicurezza.
Adesso, sempre la Procura, per agevolare future ulteriori iniziative di fattiva e seria collaborazione e di facilitare il diretto contatto con gli inquirenti, sono stati messi a disposizione due numeri di telefono: per la Procura 331 3660387; per il Dipartimento Prevenzione Asl: 366 9332876. A questi numeri è possibile inviare un sms in lingua italiana o in lingua madre con l’indicazione del numero dell’interessato da contattare e del proposito di collaborare. Il referente provvederà nei giorni seguenti a ricontattare il richiedente al numero che verrà lasciato, fissando la data e l’ora per acquisire la denuncia.
Riproduzione vietata