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Sesso di gruppo filmato ogni volta con il consenso dei protagonisti, tutti adulti. Immagini inequivocabili di ciò che accadeva durante gli incontri che si sarebbero ripetuti periodicamente negli anni fino allo scorso dicembre e che da qualche giorno sono sulla scrivania del procuratore Giuseppe Nicolosi dopo la denuncia presentata da una delle protagoniste, una donna di 60 anni. I filmati con lei riconoscibile sono arrivati all'ex marito e al figlio e a diffonderli, secondo la sua versione dei fatti, sarebbe stata un'altra delle protagoniste, una commerciante di 35 anni a carico della quale la procura ipotizza il reato di revenge porn, cioè l'illecita diffusione di foto e video a sfondo sessuale. Le indagini sono state affidate ai carabinieri. Sono stati i militari della sezione di polizia giudiziaria ieri, martedì 21 luglio, a presentarsi nel negozio della donna per una perquisizione nel corso della quale sono stati prelevati computer e hard disk contenenti, pare, i film girati nel tempo. In corso in queste ore un accurato esame dei file archiviati nelle memorie del computer. Un'altra perquisizione è stata fatta in un immobile riconducibile all'indagata ma qui non sarebbero stati trovati elementi utili alle indagini. La sessantenne ha anche raccontato di aver ricevuto dalla trentacinquenne una richiesta di denaro, circa duemila euro, a fronte delle spese sostenute per l'organizzazione dei festini. Richiesta che non si sarebbe tradotta né in una minaccia né in un ricatto ma a cui avrebbe fatto seguito – per quanto ha ricostruito la donna che si è presentata a sporgere denuncia – l'invio del materiale pornografico ai suoi familiari. Un punto, questo, su cui la procura ha disposto ulteriori accertamenti per verificare il motivo alla base della richiesta di denaro e, nel caso capire se, eventualmente, possano esserci gli estremi per contestare reati più gravi del revenge porn. A partecipare agli incontri sarebbe stata la trentacinquenne finita sotto inchiesta, il marito deceduto qualche tempo fa, la sessantenne e altre donne che periodicamente si davano appuntamento in due diversi appartamenti a Prato. Nessuna altra denuncia è stata presentata in seguito alla diffusione dei filmati.
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