E’ tornata in Cina per riabbracciare la famiglia, sbrigare le sue faccende e concedersi un periodo di vacanza ma tutto si è trasformato in un incubo quando ha scoperto di avere un tumore. Un incubo che non è finito nemmeno dopo le cure perché il Consolato generale d’Italia a Canton le ha negato il visto per il reingresso in Italia. Da allora la donna, che da molti anni vive a Prato assieme al compagno, ha un posto di lavoro ed è titolare di un permesso di soggiorno regolarmente rinnovato ad ogni scadenza, aspetta il via libera. Ma sono già passati 20 mesi. Un destino uguale a quello di una connazionale, anche lei con casa e lavoro a Prato, che a settembre 2022, dopo un lungo ricovero in ospedale per un brutto male, ha dovuto scontrarsi con il ‘no’ a tornare in Italia. L’elenco dei dinieghi è lungo. Parecchio lungo. Il motivo dei rigetti? Semplice: quando il cinese titolare di un permesso di soggiorno con validità due anni decide di tornare in patria, deve mettere in conto di rimettere piede in Italia entro sei mesi dalla partenza altrimenti il suo ‘documento’ decade. Ed è esattamente quello che è successo alle due donne, così come a diversi imprenditori, a uno studente partito per assistere la madre inferma e perfino ad una bambina che si è sottoposta ad un trapianto di fegato.
Il diniego del Consolato innesca una guerra burocratica e giudiziaria che approda sui tavoli del Tar. E’ l’avvocato Ilaria Panerai a seguire un buon numero dei procedimenti amministrativi contro il ministero degli Esteri; l’obiettivo è il reingresso di chi ha ‘sforato’ i sei mesi ma è in grado di dimostrare che è stato per motivi di salute o familiari. Alcune cause sono in discussione, altre sono già arrivate a sentenza: quasi nessuno ha potuto far ritorno in Italia e i pochi che ce l’hanno fatta hanno dovuto aspettare udienze, ricorsi e controricorsi. Non proprio una passeggiata. La soluzione per chi in Italia lavora o studia è il visto turistico, anticamera della clandestinità che significa non poter tornare ad una vita normale e soprattutto legale.
Scopre di avere un tumore quando è in Cina dai parenti: non può più rientrare in Italia
Il caso, purtroppo non isolato, di una donna che da anni abita e lavora a Prato. Il suo legale ha fatto ricorso al Tar ma la giurisprudenza non è confortante
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