Una presunta organizzazione dedita alle scommesse illegali e clandestine, che sfruttava siti online e sale slot a Prato, è stata scoperta grazie a un’indagine condotta dalla Squadra mobile e dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Pistoia. Sono 12 gli arresti in esecuzione di misure di custodia cautelare (9 in carcere, 3 ai domiciliari con braccialetto elettronico), emessi dal gip di Pistoia su richiesta della Procura pistoiese ed effettuati con il concorso delle Squadre mobili di Prato, Roma, Latina, Lucca e Massa Carrara. Tra loro anche Giacomo e Francesco Terracciano, padre e figlio, in passato già coinvolti in inchieste di criminalità organizzata.
Gli indagati sono sia italiani sia cinesi: i reati a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di raccolta di giochi e scommesse e anche estorsione, falso, traffico e detenzione di stupefacenti, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e emissione di fatture per operazioni inesistenti. Disposto poi anche un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per un valore complessivo di 1.184.000 euro circa. Il sequestro preventivo è stato disposto anche verso tre sale giochi e scommesse, cinque società e un’autovettura. Eseguite anche perquisizioni con il concorso di Sco e Scico. In totale sono stati impiegati circa 90 poliziotti e 40 finanzieri, compresi esperti nell’uso di apparati ad alta tecnologia come il georadar, per scannerizzare le pareti in cerca di vani occulti e un “cash dog” per la ricerca di valuta.
Le indagini, durate oltre un anno, avrebbero consentito, si spiega in una nota degli inquirenti, “di ricostruire l’esistenza di un pervicace fenomeno estorsivo e di un vero e proprio sistema di scommesse illegali e clandestine” sia online su appositi siti clonati, sia in sale slot a Prato, nominalmente riconducibili a cittadini cinesi ma di fatto in mano a due dei soggetti sottoposti a misura cautelare.
Sarebbero anche emerse numerosi frodi fiscali ideate e gestite da uno degli indagati, di nazionalità cinese, in concorso con diversi altri soggetti a lui collegati, basate sull’intestazione fittizia della titolarità di imprese ad altre persone, sull’emissione di fatture false e sul trasferimento di consistenti somme di denaro in Cina per evitare di pagare le imposte per attività imprenditoriali dallo stesso via via acquisite anche tramite le pratiche estorsive. In particolare l’uomo, un 43enne cinese, secondi gli inquirenti da oltre vent’anni era impegnato nell’acquisizione occulta di attività economiche, che poi gestiva, spesso per interposta persona, spogliandole del loro patrimonio e senza onorare decine di milioni di euro di debiti tributari. Lo straniero, dopo aver fissato il proprio centro di interessi a Prato, ha iniziato ad acquisire imprese, oltre che nel pratese, anche nell’area fiorentina, per poi infiltrarsi nell’area della Valdinievole.
Nel corso della conferenza stampa sull’operazione, il procuratore capo di Pistoia Tommaso Coletta ha detto, parlando della denuncia che ha dato il via alle indagini: “Lo scenario era quello di un tentativo di estorsione per l’assunzione del controllo di locali pubblici, di ristorazione e bar, per fortuna con una denuncia”. Il giro di scommesse clandestine, invece, è stato scoperto in modo del tutto causale. “Grazie alle intercettazioni telefoniche – ha aggiunto Coletta – si è aperto questo fronte che peraltro non era operativo neppure su Pistoia, ma su Prato”. Le intercettazioni telefoniche – è stato spiegato – sono state determinanti per l’indagine. “Un sodale ai vertici di questa di questa associazione – ha spiegato Coletta – nel parlare con un amico, senza sapere di essere ambientalmente intercettato in autovettura, ci faceva sapere di avere giocatori che giocano anche 3-400mila euro al mese”. “Alcuni degli arrestati per la vicenda di Prato”, legata al giro di scommesse illegali “erano stati condannati in passato – ha spiegato ancora il procuratore – per reati di camorra”.
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