A poco più di due settimane dal blitz della Squadra mobile e della Finanza di Pistoia, che aveva portato all’arresto di 12 persone per un giro di scommesse clandestine ed estorsioni, tornano liberi con misure cautelari di lieve entità dieci degli indagati. Tra loro anche Giacomo e Francesco Terracciano, padre e figlio, già coinvolti in inchieste di camorra, ritenuti ai vertici del sodalizio che vedeva insieme italiani e cinesi ed era incentrato sulla gestione di numerose sale slot a Prato.
Il venire meno di gran parte delle misure cautelari (nove in carcere e tre ai domiciliari con braccialetto elettronico) ha coinciso – come spiegato sulla Nazione di oggi – con il passaggio del fascicolo dal tribunale di Pistoia a quello di Prato, ritenuto competente territorialmente visto che le sale slot si trovavano tutte nel Pratese. Il gip di Prato Marco Malerba, dovendo decidere sulle misure cautelari, ha ritenuto, a differenza del suo omologo di Pistoia, inutilizzabili le intercettazioni, facendo così cadere il reato più grave di associazione a delinquere. I dieci indagati “pratesi” così sono stati scarcerati e rimessi in libertà con misure che vanno dall’obbligo di dimora a quello di firma. In particolare Giacomo Terracciano non potrà allontanarsi da Pollena Trocchia, mentre il figlio Francesco dovrà restare dentro i confini comunali di Prato. Secondo il giudice Malerba questo è sufficiente a impedire il reiterarsi del reato e anche l’eventuale inquinamento delle prove.
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