A sette anni di distanza, la 'rivolta dell'Osmannoro' – cinesi contro forze dell'ordine – è stata rivista dai giudici di Appello che hanno assolto uno degli imputati e ridotto la condanna dell'altro. Sei mesi di reclusione (pena sospesa), anziché nove come stabilito dalla sentenza di primo grado, all'imprenditore di 58 anni chiamato a rispondere di resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, assoluzione piena per l'amico, 51 anni, accusato solo di resistenza. I due cinesi – il primo titolare di una pelletteria all'Osmannoro e con interessi anche a Prato, il secondo dipendente di una delle tante ditte della zona tra Firenze e Sesto Fiorentino – finirono sul registro delle notizie di reato della procura di Firenze per l'antefatto della guerriglia urbana scoppiata il 29 giugno 2016 al culmine delle proteste per i controlli della Asl nelle fabbriche a conduzione orientale.
In particolare, il 58enne finì sotto inchiesta perché, tenendo in braccio il nipotino, si ribellò con spinte, calci e morsi ai poliziotti e ai carabinieri intervenuti su richiesta degli ispettori della Asl, mentre il 51enne perché aprì i portelloni delle ambulanze in movimento dopo che a fatica erano riuscite a caricare i feriti per portarli al pronto soccorso. L'avvocato Tiziano Veltri (nella foto), difensore dei due cinesi, è riuscito a cambiare in parte l'esito del processo di primo grado facendo leva anche su una serie di tecnicismi ricavati dalla rilettura delle carte e dal comportamento tenuto dagli imputati durante e dopo i fatti.
Valore è stato dato alll'incensuratezza dell'imprenditore e al risarcimento offerto ai poliziotti aggrediti e feriti, mentre per il 51enne è passata la linea di una “condotta durata un attimo” (“Il portellone venne immediatamente richiuso e l'azione di per sé non ebbe a impedire affatto il transito del mezzo”).
Rivolta Osmannoro, i giudici di Appello ribaltano la sentenza di primo grado
Due gli imputati: uno è stato assolto dopo la condanna a 6 mesi, per l'altro sconto di pena anche grazie al risarcimento offerto ai poliziotti aggrediti e feriti. I fatti risalgono al 29 giugno 2016 quando le strade della zona si trasformarono in un campo di battaglia al culmine delle proteste per i controlli della Asl nelle ditte
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